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Siccità: stato emergenza per l'Isola

Siccità: stato emergenza per l'Isola

Norma in maxiemendamento su terremoti e altre calamità

CAGLIARI, 27 luglio 2017, 16:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Arriva per il mondo delle campagne sarde una boccata d'ossigeno in attesa che il Governo dichiari lo stato di calamità naturale per la siccità e le altre emergenze subite quest'anno. Con il maxiemendamento al decreto per il Mezzogiorno, approvato ieri in Senato e che passa ora alla Camera, viene infatti riconosciuto per l'Isolalo stato di emergenza.

Si tratta di una norma inserita nell'ambito dei contributi per il sostegno alle aziende agricole delle regioni colpite dal terremoto nel 2016, dalle nevicate di gennaio, dalle gelate di aprile e, appunto, dalla siccità. Viene così stabilito il quadro normativo e procedurale per poter poi dichiarare lo stato di calamità naturale.

Potranno accedere ai provvedimenti e ai sostegni finanziari nazionali, dedicati a favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva, anche le aziende che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate per la copertura dei rischi.

Riguardo il ristoro dei danni, le imprese potranno accedere al Fondo di solidarietà nazionale (Fsn) e godere di strumenti e benefici della legge 102/2004 che prevede la sospensione delle rate dei mutui e dei contributi assistenziali e previdenziali. Il Fondo ha ad oggi una disponibilità di 15 milioni di euro che, secondo quanto ha assicurato il gabinetto del Ministro alla Regione, sarà rimpinguato con la prossima legge Finanziaria e grazie a un emendamento già approvato in Commissione bilancio del Senato. 

AGRINSIEME, BASTA INSEGUIRE EMERGENZE - "Basta inseguire le emergenze". C'è la necessità, invece, di fare un "discorso di prospettiva" per risollevare le sorti dell'agricoltura in Sardegna". Il settore viene definito strategico da chi ha responsabilità politica, ma poi non si è conseguenti". E poi serve anche l'apporto di tutte le organizzazioni, "che devono mettere da parte le proprie 'magliette'".

E' una proposta di governo del comparto e di gestione dei problemi quella che Agrinsieme porterà domani al tavolo verde convocato dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, in Viale Trento per le 9:30. Un incontro nel quale saranno presenti, oltre alle organizzazioni professionali, anche l'assessore dell'Agricoltura, Pier Luigi Caria, i presidenti delle Commissioni Attività produttive e Bilancio del Consiglio regionale, Luigi Lotto e Franco Sabatini (entrambi Pd) e i vertici delle agenzie agricole regionali.

Agrinsieme, che riunisce circa 31mila aziende aderenti a Cia, Alleanza delle cooperative, Confasgricoltura, Copagri, Acgi, Confcooperative e Legacoop, sollecita la convocazione immediata della conferenza regionale dell'agricoltura e delle ruralità, che non viene riunita da circa 20 anni, di accelerare l'iter per il disegno di legge - non ancora all'ordine del giorno del Consiglio - che destina 14 mln per il settore ovino e l'iter per istituire l'ente pagatore regionale. Inoltre chiede di affrontare il tema sull'efficientamento del sistema idrico integrato destinando almeno 35 milioni del mutuo da 700 milioni per le infrastrutture al sistema irriguo.

"La realtà è sempre più drammatica - ha spiegato il neo coordinatore di Agrinsieme, Sergio Cardia (Agci) - con le emergenze di questi primi mesi del 2017, tra nevicate e gelate tardive, alluvioni e siccità, stanno incidendo in maniera pesante sull'economia delle nostre aziende agricole. Non possiamo tacere di un a debolezza complessiva del governo del settore in Sardegna - ha sottolineato - non siamo 'barricaderi' e serve la collaborazione di tutti, ma la prima parola spetta alla Giunta e al Consiglio".

Sull'ovicaprino anche una proposta shock di Copagri: "togliere i contributi ai caseifici che non rispettano i tetti massimi di produzione del pecorino romano, stabiliti dal Consorzio di tutela. Le sanzioni sono troppo esigue: 16 centesimi per ogni chilo in più prodotto".

COLDIRETTI, ULTIMATUM ALLA REGIONE - Ultima chiamata alla Regione da parte di Coldiretti Sardegna che oggi ha sospeso la manifestazione di protesta in programma nel porto Olbia - sarebbe stata la quarta in un anno - "per senso di responsabilità", spiegano i vertici dell'organizzazione, e perché l'ufficio di presidenza della Giunta regionale ha convocato per domani il tavolo di crisi.

"Ci aspettiamo risposte chiare prima delle vacanze - avvertono il presidente e il direttore, Battista Cualbu e Luca Saba - ciò significa aiuti per le aziende tra la fine di ottobre e i primi di novembre, perché qui è davvero in discussione la sopravvivenza delle famiglie".

In questo momento, ribadiscono, "è necessario salvare i pastori, per questo entro la prossima settimana e il Consiglio regionale deve modificare la legge con cui erano stati stanziati i 14 milioni da destinare all'acquisto del pecorino per gli indigenti, così da destinare 12 dei 14 milioni direttamente ai pastori sotto forma di de minimis, approvando il bando entro agosto per cominciare a liquidare già dai primi di novembre".

Non sarà l'unica richiesta che Coldiretti avanzerà domani. "Si tratta della prima convocazione da parte del presidente della Giunta e dell'assessore all'Agricoltura - fanno notare Cualbu e Saba - ne approfitteremo per chiedere alla Regione lo stanziamento immediato di almeno 40 milioni di euro per alleviare le perdite nel contingente a causa della siccità, oltre che andare in soccorso ad aziende agricole e pastorali con l'approvvigionamento di acqua o l'utilizzo di pozzi". Domani Coldiretti proporrà anche un intervento tra Regione, Sfirs e Banche per "individuare un percorso per la ristrutturazione dei debiti che consenta a tantissime aziende di scrollarsi i pesi del passato".

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