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Opera di Maria Lai al Palazzo di Città

Opera di Maria Lai al Palazzo di Città

Riaprono con tre esposizioni i musei civici di Cagliari

CAGLIARI, 28 giugno 2017, 19:55

Redazione ANSA

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Un focus sul tema del paesaggio e sull'arte del Novecento in tre differenti mostre. Riaprono dopo alcune settimane i musei civici di Cagliari. A Palazzo di Città e Galleria Comunale venerdì 30 giugno saranno inaugurate rispettivamente alle 19 e alle 20:30 due esposizioni: "Paesaggio e identità. Storie di luoghi, di donne e di uomini" e "Collezioni di un 'Secolo breve'. Il nostro Novecento".
    "Paesaggio e identità. Storie di luoghi, di donne e di uomini. I grandi fotografi della Magnum in Sardegna", sarà invece aperta il 21 luglio, sempre a Palazzo di Città.
    La Galleria Comunale propone un riallestimento con una selezione di opere delle Collezioni Sarda, Contemporanea e Ingrao con gli spazi ripensati per mettere meglio in luce i capolavori. A partire da una decina di sculture di Francesco Ciusa, in primis la Madre dell'Ucciso o le opere di Balla, Boccioni, Morandi. Le sperimentazioni accolte da Ugo Ugo saranno ripresentate nell' allestimento storico.
    A Palazzo di Città sono due quindi le mostre che seguono il filo rosso del paesaggio non solo geografico e fisico ma anche antropologico, culturale, umano. "Paesaggio e identità. Storie di luoghi, di donne e di uomini" è un itinerario a ritroso nel tempo, dal 1999 ai primi del Novecento e che si apre con Maria Lai e "Come Daphne" (1999), per la prima volta esposta al pubblico nell'atrio del museo, fruibile quindi gratuitamente.
    Paesaggio e Identità sono declinati e approfonditi nelle radici della loro rappresentazione, attraverso i lavori di Foiso Fois, Hoder Claro Grassi, Aligi Sassu, Ubaldo Badas, Giuseppe Biasi, Pietro Antonio Manca, Stanis Dessy, Melkiorre Melis, Costantino Nivola e Pinuccio Sciola.
    Sempre nel museo in Castello sono in primo piano dal 21 luglio scatti di Henri Cartier-Bresson, David Seymour, Werner Bischof, Leonard Freed, Ferdinando Scianna, che immortalarono la Sardegna nel momento del passaggio da una cultura tradizionale alla cosiddetta "modernità".
   

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