L'ultima lettera di Fortunato
Ladu, il 59enne pastore sardo che ha già scritto alla presidente
della Camera Laura Boldrini e a Bill Gates, è indirizzata al
ministro Maurizio Martina. "Sono certo che dopo che avrà letto
queste parole non potrà fare a meno di darmi la sua parola",
scrive Ladu rivolgendosi al titolare dell'Agricoltura.
"Le chiedo di prendere l'impegno di salvare il salvabile, una
stretta di mano da uomo a uomo affinché si possa affrontare
un'estate che si prospetta tragica - esordisce il pastore
originario di Desulo (Nuoro) - chi potrà sarà costretto a
comprare foraggio in continente, spendendo tanto a causa della
condizione di insularità che ci penalizza".
E poi: "Vuole darmi la sua parola e stringermi la mano,
oppure vuole passare alla storia come un ministro come tanti
altri?". La prima lettera era rivolta alla presidente Boldrini,
che incontrerà Ladu il 15 maggio a Montecitorio. Adesso tocca al
Governo starlo a sentire. "Oggi alcuni nostri pastori competono
nelle migliori esposizioni internazionali di formaggi - dice -
eppure in Sardegna si fanno sentire, specialmente a nostro
danno, i drammi della globalizzazione".
Da sempre, fa notare al ministro, "esistono rigide misure di
benessere animale, forse fra le più rigide in Europa, eppure da
anni navighiamo a vista perché i prezzi dei nostri prodotti sono
vergognosamente bassi". Ma, "abbiamo rinunciato al guadagno in
funzione di compensazioni al reddito che puntualmente arrivano
in ritardo. Come può sopravvivere una categoria che in due anni
ha visto ridotti i propri incassi al lordo delle spese del
cinquanta per cento?". E ancora: "Perché mai ha promesso a
febbraio che avrebbe pagato tutte le misure pregresse e a maggio
tutto ciò è lontano dall'essere reale?". La verità, sostiene
Ladu, è che "la realtà della pastorizia sarda sfugge alla sua
visione e non le farebbe male una visita sul territorio".
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