"Vorremmo che gli interventi non
fossero solo sulla scia degli eventi, ma diventassero
strutturali". Con questa premessa le quattro consigliere
regionali Daniela Forma (Pd), Rossella Pinna (Pd), Annamaria
Busia (Campo Progressista) e Alessandra Zedda (Forza Italia)
hanno presentato i provvedimenti approvati in Finanziaria in
materia di tutela della donna e dei minori vittime di crimini
domestici. Quattro emendamenti - il primo di Pinna e altri, il
secondo della Giunta e gli altri due con Busia prima firmataria
- che prevedono l'ampliamento della rete di centri antiviolenza,
l'aumento dello stanziamento, da 300mila a 900mila euro, la
spesa di 100mila euro per la costituzione del Fondo regionale
per le vittime e gli orfani per crimini domestici, e altri
100mila per interventi rivolti ai responsabili di violenza di
genere. "Abbiamo lavorato assieme, a dimostrazione della
sinergia tra noi consigliere", ha spiegato Forma che ha
illustrato il pacchetto.
"300mila euro per i centri antiviolenza, a fronte di uno
stanziamento nazionale di 900mila, erano pochi", ha detto Pinna.
Quanto al numero di centri nell'Isola, "alcune zone, penso al
Sulcis, rimanevano scoperte, così abbiamo proposto di rendere
più capillare l'assistenza". La consigliera ha aggiunto: "i
femminicidi che ci scuotono sono la punta di un iceberg. Occorre
una prevenzione che necessita l'impegno di tutti gli attori in
campo, scuole comprese". Busia ha definito "di sistema" gli
interventi approvati e ha descritto le proposte, che portano la
sua firma: "100mila euro per la tutela e la cura di minori
vittime è una cifra importante - ha affermato - quanto agli
uomini maltrattanti lo stanziamento di ulteriori 100mila euro
servono alla costituzione di centri a loro destinati". La
consigliera ha anche annunciato "lo studio di un sistema
giuridico, in collaborazione con i alcuni dirigenti di polizia,
per convogliare gli uomini ammoniti nei centri". Per Zedda,
infine, "posto che abbiamo fatto un passo avanti e ringraziamo
il Consiglio, il fenomeno ci ha comunque superato, per questo
bisogna ripensare la normativa e alzare la voce perché abbiamo
un impegno pubblico".
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