Calo delle imprese artigiane
gestite da donne. E soprattutto crollo del lavoro indipendente
femminile: -21 per cento. Sono i risultati dell'analisi
dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna che, nel
rapporto "Le imprenditrici artigiane a metà 2016", ha
rielaborato i dati di UnionCamere-Infocamere al secondo
trimestre 2016.
Allarme dell'associazione: "Sono dati preoccupanti - denuncia
la presidente regionale Carmela Folchetti - occorre intervenire
con una legge per le donne che vogliono fare impresa". Ma le
artigiane chiedono anche più welfare per conciliare lavoro e
famiglia. Dall'ultima rilevazione utile (luglio di quest'anno),
le imprese artigiane femminili risultavano 5.034, in calo dello
0,6% rispetto al 2015 e dell'11,9% rispetto al 2008, anno
d'inizio della crisi.
Tra tutte le regioni, la Sardegna è quella che ha subito, sul
lungo periodo, il tracollo maggiore, seguita solo dalla Sicilia
con l'11,1%. Un dato assolutamente preoccupante se si considera
che a livello nazionale tali realtà, negli ultimi otto anni, si
è registrata una crescita dell'1,7%. Le donne artigiane sarde
per il 55,6% sono attive nei servizi alle persone (2.797
imprese), per il 21,9% nel manifatturiero (1.102), per il 16,5%
nei servizi alle imprese (831 imprese), per il 5,6% nelle
costruzioni (282 imprese) e per lo 0,4% in altre attività (22
imprese).
Tra le province, in quella di Cagliari le aziende artigiane
femminili sono 2.008, in calo dello 0,2% rispetto al 2015; in
quella di Sassari sono 1.764 in calo dell'1,1% rispetto allo
scorso anno e 856 in quella di Nuoro, in calo dello 0,8% sul
2015. In controtendenza Oristano, in crescita dello 0,2% Le
donne che in Sardegna svolgono un lavoro indipendente (tutte le
categoria di impresa) sono 35.169, in calo del 21% rispetto allo
scorso anno, mentre le donne occupate (in tutti i settori,
pubblici e privati) sono ben 230.364.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA