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Referendum: mappa del voto, Oristano traina il No

Pesano ragioni autonomia territori. Armungia roccaforte del Sì

Nella Regione dove la vittoria del No è da record, il boom si registra in provincia di Oristano: 73,98% la percentuale che ha bocciato la riforma costituzionale contro il 26,02% dei Sì. Cagliari arriva seconda con il 73,78% dei No rispetto al 26,22% dei Sì, seguono Nuoro (71,25% e 28,75%) e Sassari (69,38% e 30,62%).

Perché a Oristano un dato pressochè bulgaro? Ci sono tre ragioni: l'unico segretario provinciale del Pd apertamente schierato contro la riforma costituzionale è stato proprio quello di Oristano, il sindaco di Gonnostramatza - dove peraltro il No è arrivato 'solo' al 67,88% - Alessio Mandis. Che è stato anche uno dei fondatori del Comitato "No al progetto Eleonora" - contro il progetto della Saras per l'estrazione di gas nella piana di Arborea - e che ha chiesto di votare Sì al Referendum sulle trivelle, mentre Matteo Renzi invitava all'astensione. Una partita che aveva visto Oristano la provincia in Sardegna con il maggior numero di votanti, e tra le più alte in Italia, pur non avendo raggiunto il quorum.

Ed ecco, quindi, la seconda ragione per la netta prevalenza dei No in tutto l'oristanese: quella clausola di supremazia prevista dal testo bocciato ieri, mediante la quale Roma può sostituirsi alle Regioni e agli Enti locali in virtù dell'unità giuridica ed economica dello Stato. Magari dando il via libera a progetti che impattano moltissimo sui territori, come il caso delle trivelle ad Arborea. Terzo punto, squisitamente politico: i problemi dimostrati dal sindaco Pd del capoluogo, Guido Tendas, a mantenere una maggioranza compatta, tanto da rischiare il commissariamento. Uno sfilacciamento che non ha giovato ai fautori del Sì.

Capitolo Cagliari. C'è un solo comune dove vince il Sì: è Armungia, 481 abitanti, luogo di nascita di Emilio Lussu. Qui la percentuale dei favorevoli arriva al 52,92%. Nella città capoluogo - dove il sindaco Massimo Zedda, di Sel, era a favore del Sì - il No si afferma con il 69,71% - quasi uguale il risultato a Sassari: 69,67%. Dato meno eclatante di quelli di Quartu Sant'Elena (76,36%), Sestu (79%), Carbonia (72,17%), Assemini (77,66%), Capoterra (76,55%), Elmas (74,92%), Iglesias (77,26%), Monserrato (77,22%) e Sanluri (73,62%).

Tra i comuni più grossi, gli exploit del No si registrano dove governa il Movimento 5 stelle: Assemini con Mario Puddu e Carbonia con Paola Massidda. Tornando al capoluogo, Marco Benucci (Pd-area Cuperlo), 28 anni, unico consigliere del Pd schierato per il No, attribuisce il successo al voto dei giovani tra i venti e i trent'anni. "La Carta è di tutti e il metodo di cambiarla a colpi maggioranza non funziona - commenta l'esponente dem della minoranza - Questa è una vittoria della Costituzione, prima di tutto".

Sempre in casa Pd, il capogruppo in Consiglio comunale, Fabrizio Rodin, riconosce la "sconfitta pesante del comitato del Sì, anche se - precisa - non leggo nei numeri un giudizio sull'operato della maggioranza a Cagliari". Massima soddisfazione per l'ex candidata sindaca del M5s, Maria Antonietta Martinez: "Sono orgogliosa perché noi sardi abbiamo dato una risposta importante nonostante il bombardamento di una comunicazione nelle mani di una sola persona. Gli italiani - chiarisce - hanno capito e i sardi ancor meglio".

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