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Giudice arrestato, confermati domiciliari

Gip Tempio parla 3 ore e contrattacca,"solo reciproche cortesie"

Vincenzo Cristiano, il giudice del tribunale di Tempio Pausania, 48 anni originario di Napoli, resta agli arresti domiciliari nella casa della madre a Pozzuoli con l'accusa di corruzione. Lo stesso vale per il secondo dei tre indagati nell'inchiesta, l'imprenditore di Olbia Manuel Spano, 38 anni. Lo ha deciso il Gip del tribunale di Roma, Giulia Proto, respingendo le istanze di revoca della misura cautelare avanzate dai difensori. Per il terzo indagato, l'imprenditore campano Umberto Galizia, il giudice scioglierà la riserva nelle prossime ore. Tra le motivazioni che hanno portato il Gip a confermare i domiciliari, c'è la "violazione delle prescrizioni" imposte dal provvedimento perchè Cristiano e Spano si sarebbero parlati in tribunale in occasione dell'interrogatorio di garanzia. "Assurdo", tuona l'avvocato del giudice, Giovanni Azzena, annunciando ricorso al Tribunale della libertà. "Quel giorno - spiega - entrando in aula il mio assistito ha incontrato Spano, e lo ha salutato, gli ha semplicemente toccato la mano perché lo ha visto particolarmente provato. Per il Gip si è trattato di un tentativo di inquinamento delle prove, ma era solo un saluto tra persone che si conoscono". Il giudice di Tempio è finito sotto inchiesta perchè avrebbe favorito processualmente i suoi due amici imprenditori in cambio di regalie.

GIUDICE SI DIFENDE - p>"Non favori legati alla mia professione, ma reciproche cortesie nell'ambito di un rapporto amicale, creatosi per il tramite di amici comuni ma successivamente alle sentenze emesse nei loro confronti". In questi termini si è difeso per oltre tre ore, davanti al Gip di Roma, Vincenzo Cristiano, il giudice del tribunale di Tempio Pausania, 48 anni originario di Napoli, finito agli arresti domiciliari per corruzione perchè avrebbe favorito processualmente alcuni suoi amici imprenditori, Umberto Galizia, 45 anni di Napoli, e Manuel Spano, di 38 di Olbia - entrambi ai domiciliari per concorso in corruzione - in cambio di regalie.

Il giudice, assistito dai suoi difensori Giovanni Azzena e Gerolamo Orecchioni, ha parlato negli uffici di piazzale Clodio, raccontando la sua 'verità al gip Giulia Proto nell'interrogatorio di garanzia. Cristiano, che a detta degli avvocati è apparso molto provato, "si è difeso da uomo di Stato - sottolineano i legali - sempre nel rispetto delle istituzioni, anche se, avendo la coscienza pulita, è addolorato da quanto accaduto". Da oltre un decennio in servizio a Tempio con funzioni di Gip e Gup, il giudice ha replicato punto su punto alle contestazione dei pm romani.

"Il nostro assistito - spiega l'avvocato Azzena - ha adottato nei confronti dei soggetti indagati assieme a lui dalla Procura, due provvedimenti: il primo restrittivo per Umberto Galizia, ritenuto dal Tribunale del Riesame più che legittimo e adeguato alla condotta illecita. Il secondo di assoluzione nei confronti di Manuel Spano, in quanto le prove accusatorie erano insufficienti, anche questo un giudizio ineccepibile. In seguito a queste sentenze - ricostruisce il difensore - il giudice ha instaurato con i due un rapporto amicale privato, che nulla aveva a che fare con la sua professione in tribunale".

Secondo gli inquirenti, invece, tra Cristiano e gli imprenditori ci sarebbe stato uno scambio: "utilità", ovvero regali, ricevuti dal giudice per agevolare Spano e Galizia nei procedimenti penali in cui si fossero trovati coinvolti. Durante l'interrogatorio, Cristiano, nell'inquadrare il suo lavoro, avrebbe anche parlato di un clima "pesante" nel palazzo di giustizia di Tempio tra la Procura e l'ufficio giudicante.

Concluso il colloquio con il Gip, i difensori hanno chiesto per il loro assistito la revoca della misura cautelare "per totale assenza delle esigenze cautelari e insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza". "Speriamo nell'accoglimento delle nostre richieste - commenta l'avvocato Azzena - al di là dell'aspetto professionale, il giudice Cristiano è un amico e una persona che stimiamo profondamente".

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