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Aids: nuove infezioni non calano

Aids: nuove infezioni non calano

A Cagliari banchetti Lila e marcia per ricordare vittime virus

CAGLIARI, 01 dicembre 2016, 15:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Banchetti informativi, una marcia per ricordare chi non ha vinto la battaglia contro l'Aids e una proiezione speciale sui 30 anni dalla comparsa del virus dell'Hiv. La Lila di Cagliari celebra così la Giornata mondiale di lotta all'Aids. Iniziative per ricordare che l'Hiv c'è sempre, anche se è passato il clamore degli anni Ottanta.

Ultimi numeri disponibili: 61 nuovi casi di sieropositività nel 2013 e 63 nel 2014 in Sardegna. Con l'Isola che raggiunge una percentuale del 3,9 per cento. Cifre in calo, ma non è il caso di abbassare la guardia. Anche perché sono in aumento a livello nazionale i casi che riguardano ragazzi dai 15 ai 24 anni.

"Le politiche di prevenzione restano al palo - denuncia Brunella Mocci, presidente della Lila di Cagliari - e le nuove infezioni da Hiv non calano da un decennio, serve una svolta nella prevenzione, che ora è affidata esclusivamente alla disponibilità e alle scarse risorse del volontariato". Nel frattempo, da oggi è disponibile nelle farmacie il nuovo test di autodiagnosi per l'Aids, uno strumento utile per riconoscere la malattia precocemente ma che il ministro Lorenzin raccomanda di accompagnare con un adeguato supporto di aiuto e informazione da parte degli specialisti in caso di accertata sieropositività.

L'associazione Lila, operativa nel capoluogo sardo dal 1994, ha organizzato una serie di attività in città: un banchetto informativo nella stazione Metro di piazza Repubblica, con la distribuzione di flyer e profilattici. Poi, alle 18, concentramento in piazza San Giacomo per Lila Walking, una marcia per manifestare vicinanza alle persone con Hiv e/o Aids e per non dimenticare chi non c'è più. Il corteo partirà dal cuore del quartiere Villanova e raggiungerà piazza Repubblica.

All'interno della stazione di Metro Cagliari, la pianista Irma Toudjian suonerà a conclusione della giornata. Il programma delle iniziative prosegue venerdì 2 dicembre alla Cineteca sarda con la proiezione alle 21 di "Dirty 30 - Thirty Years", video-serie statunitense della regista Hannelore Williams.

GIORNATA CELEBRATA ANCHE IN CONSIGLIO REGIONALE - "L'alto valore simbolico" della Giornata mondiale di lotta contro l'Aids è stato ricordato dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, in apertura dei lavori dell'Assemblea. "Oggi più di ieri - ha detto - è necessario non abbassare la guardia".

"È di soli pochi giorni fa la stima del Centro europeo di controllo delle malattie e dell'Oms Europa, secondo la quale nel nostro Continente ci sono almeno 122mila persone sieropositive che non sanno di esserlo, circa uno su sette del totale degli infetti - ha ricordato Ganau - Secondo il rapporto, nel 2015 ci sono state 30mila nuove notifiche di casi, ma nonostante il numero sia in linea con le cifre stimate negli ultimi anni, ciò che deve preoccupare è il tempo stimato fra l'infezione e la diagnosi, circa quattro anni, un lasso di tempo troppo alto con metà dei pazienti che scopre di essere sieropositivo quando l'infezione è in fase avanzata".

Per il presidente, "l'Hiv continua ad essere una minaccia considerato che una persona su sette non sa di essere infetta. Queste persone non hanno accesso alle terapie salvavita e possono continuare a trasmettere il virus agli altri. Da un'indagine condotta dalla Lila, la Lega italiana lotta contro l'Aids, il 20% degli studenti delle scuole cagliaritane, soprattutto tra i 16 e i 18 anni, dichiara di non avere rapporti protetti. È necessario dunque continuare o forse addirittura riprendere a fare prevenzione, perché ci siamo dimenticati del'esistenza di un'infezione che si trasmette per via sessuale e che andrebbe invece riconosciuta precocemente".

trasmettere il virus agli altri. Da un'indagine condotta dalla Lila, la Lega italiana lotta contro l'Aids, il 20% degli studenti delle scuole cagliaritane, soprattutto tra i 16 e i 18 anni, dichiara di non avere rapporti protetti. È necessario dunque continuare o forse addirittura riprendere a fare prevenzione, perché ci siamo dimenticati del'esistenza di un'infezione che si trasmette per via sessuale e che andrebbe invece riconosciuta precocemente".

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