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Crac Epolis: assolto ex vice Publiepolis

Crac Epolis: assolto ex vice Publiepolis

Momigliano era accusato di bancarotta, pm aveva chiesto 3 anni

CAGLIARI, 25 ottobre 2016, 17:10

Redazione ANSA

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L'ex vicepresidente della concessionaria di pubblicità Publiepolis, Carlo Momigliano, è stato assolto dall'accusa di bancarotta nel processo sul presunto crac milionario del gruppo editoriale Epolis, che in Italia pubblicava un gran numero di giornali in varie Regioni. Il Gup del Tribunale di Cagliari, Giovanni Massidda, ha pronunciato la sentenza al termine del procedimento con rito abbreviato. Il Pm Giangiacomo Pilia aveva chiesto per l'imputato la condanna a tre anni di reclusione.

MOMIGLIANO, HO LAVORATO PER SALVARE LA SOCIETA' - Carlo Momigliano è stato l'unico degli imputati a scegliere il rito abbreviato nell'ambito del processo per la presunta bancarotta di Epolis. L'ex vicepresidente della concessionaria di pubblicità Publiepolis, Carlo Momigliano, è stato assolto dall'accusa di bancarotta documentale nell'ambito dell'inchiesta sul presunto crac milionario del gruppo editoriale Epolis.

Il Gup del Tribunale di Cagliari, Giovanni Massidda, ha fatto cadere nei suoi confronti le accuse formulate nei due capi di imputazione, bancarotta documentale e bancarotta privilegiata: il primo perché il fatto non costituisce reato, il secondo perché il fatto non sussiste. Momigliano, presente in aula, non ha nascosto la soddisfazione per l'assoluzione ribadendo di aver sempre lavorato per salvare la società che amministrava.

"Non mi sono mai intascato soldi - è stata la sua breve dichiarazione ai giornalisti - e ho sempre lavorato solo per far funzionare la società". "È una sentenza giusta ed equilibrata - ha ribadito il difensore Luigi Concas - che dimostra la correttezza dell'operato del mio assistito". Divise inizialmente in due tronconi, le due inchieste erano state poi unificate dal pm Giangiacomo Pilia con l'ipotesi di una bancarotta da 130 milioni di euro.

La chiusura dei giornali del gruppo Epolis, editi in varie regioni, ha fatto perdere il lavoro a quasi un centinaio di giornalisti, molti dei quali ora costituitisi parte civile con gli avvocati Roberto Cao e Giuseppe Putzu. Tutti gli altri imputati, in totale 17, sono a processo con rito ordinario. Spiccano l'editore Niki Grauso e il successore Alberto Rigotti, che aveva preso le redini del gruppo editoriale poi fallito.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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