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Omicidio Dore: riaperta l'istruttoria

Omicidio Dore: riaperta l'istruttoria

Marito-mandante in primo grado condannato all'ergastolo

SASSARI, 25 ottobre 2016, 09:41

Redazione ANSA

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Omicidio Dina Dore: Appello Sassari, riaperta l 'istruttoria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Omicidio Dina Dore: Appello Sassari, riaperta l 'istruttoria - RIPRODUZIONE RISERVATA
Omicidio Dina Dore: Appello Sassari, riaperta l 'istruttoria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Istruttoria riaperta e convocazione dei testimoni Antonio Contu e Giovanna Cualbu per l'udienza fissata il 7 novembre. Lo ha stabilito l'ordinanza appena letta dal presidente della Corte d'assise d'appello di Sassari, Mariano Brianda, nell'ambito del processo a carico di Francesco Rocca, condannato in primo grado all'ergastolo come mandante dell'omicidio della moglie Dina Dore, avvenuto il 26 marzo del 2008 nel garage della loro casa a Gavoi.

Il provvedimento arriva dopo tre ore di camera di consiglio. I due testimoni ammessi sono i genitori di Pierpaolo Contu, già condannato con sentenza definitiva a 16 anni come esecutore materiale dell'assassinio. Particolarmente scettici gli avvocati di Rocca, i legali Angelo Manconi e Mario Lai del Foro di Nuoro, secondo i quali "restano fuori da questa nuova fase istruttoria i grandi accusatori di Rocca, ma anche elementi di evidenza scientifica che non sono mai stati presi in considerazione sebbene ritenuti fondamentali dai nostri periti".

La richiesta di riaprire l'istruttoria per riesaminare una lunga serie di prove, ad iniziare dalle analisi del Dna presente sul nastro adesivo con cui fu legata la vittima, era arrivata nel corso della precedente udienza di sette giorni fa, da parte della difesa di Francesco Rocca. L'avvocato Mario Lai aveva parlato per cinque ore, tessendo la propria trama difensiva davanti alla giuria popolare chiamata a confermare o ribaltare la sentenza di primo grado.

Secondo la tesi della difesa - già avanzata in un'altra precedente udienza dall'altro avvocato difensore Angelo Manconi - la condanna del dentista di Gavoi (Nuoro) deriva da un'istruttoria incompleta, basata su testimonianze inattendibili e su prove non certe. Di qui la richiesta di rivalutare molte delle prove su cui è stata formulata la sentenza di primo grado. A partire dalle tracce di Dna presenti sui pezzi di nastro adesivo con cui il killer legò la vittima. L'udienza di questa mattina è durata solo pochi istanti, il tempo di prendere atto della decisione del pg Gabriella Pintus di non replicare alle tesi sostenute dai legali della difesa di Rocca. Poi, dopo tre ore di camera di consiglio, la decisione di riaprire l'istruttoria e la convocazione dei testimoni Antonio Contu e Giovanna Cualbu.

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