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Asl unica:il supermanager della discordia, "sia un sardo"

Sedda (PdS) rilancia sardità, ma il Pd non è d'accordo

All'indomani della decisione del centrosinistra di ripartire da zero per la scelta del supermanager della Asl unica, aprendo contestualmente la strada alla verifica politica con il rimpasto in Giunta, restano ancora polemiche. La prima questione, posta sin dall'inizio dal Partito dei Sardi, è sulla 'sardità' del futuro direttore generale. Un argomento che più che formale è sostanziale, come spiega il segretario Franciscu Sedda.

"Per noi il manager può e deve essere sardo. In primo luogo perché crediamo che ci siano molti sardi fra quelli che hanno concorso che hanno merito (e motivazione) pari se non superiore a quello degli esterni - osserva - In secondo luogo, più profondamente e più di principio, perché crediamo che se questa terra vuole risollevarsi deve riuscire a valorizzare le sue risorse, tanto più se sono risorse ancora potenziali".

Davanti alla richiesta del capogruppo del Pd, Pietro Cocco, di un Dg non sardo, il PdS rifiuta quello che definisce "un papa straniero", la "finzione - argomenta Sedda - che solo chi arriva da fuori sia esterno ai giochi". Da qui l'appello gli alleati e al presidente Pigliaru di "trovare il migliore dei nostri, dargli un mandato forte, proteggerlo da ingerenze che non siano quelle puramente funzionali a sostenerne il mandato".

Dal centrodestra, invece, si rinnovano le critiche sulla gestione della sanità in Sardegna. "Abbiamo un settore in stato comatoso - attacca il consigliere del Psd'Az Marcello Orrù - che ha visto nell'ultimo anno il taglio di servizi essenziali sui territori e le ripercussioni della riforma di riordino ospedaliero sui cittadini. E il centrosinistra che fa? Dopo aver imposto il modello sbagliato della Asl unica, nonostante il parere contrario dei territori e degli stessi operatori della sanità, ora regala ai sardi questa triste danza sul corpo di una sanità morente perdendo tempo intorno al nome da designare come manager della neonata Ats (la Asl unica denominata appunto azienda per la tutela della salute, ndr)".

Bordate anche da Fi. "Finito lo spot sulla Asl unica a Sassari, quella che i maggiorenti locali del Pd hanno contrabbandato come una vittoria epocale si rivela solo un alzabandiera sopra le macerie di una sanità devastata dalle alchimie dei baroni della sinistra - dice Giancarlo Carta - Mentre la maggioranza si accapiglia perché le porzioni della torta della sanità sarda servite dal presidente Pigliaru non soddisfano la bulimia di poltrone di una coalizione tenuta in piedi solo da logiche spartitorie vecchia maniera, la sanità è nel caos totale, senza forniture, senza gli strumenti per poter assistere i malati".

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