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430 reperti nuragici trovati in Svizzera

430 reperti nuragici trovati in Svizzera

Operazione del Nucleo carabinieri per la tutela del Patrimonio

NUORO, 05 luglio 2016, 13:33

Redazione ANSA

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Archeologia conferenza carabinieri Nuoro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Archeologia conferenza carabinieri Nuoro - RIPRODUZIONE RISERVATA
Archeologia conferenza carabinieri Nuoro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono 430 i reperti archeologici di provenienza prevalentemente nuragica rimpatriati dalla Svizzera in seguito a un'attività investigativa del Nucleo dei carabinieri per la tutela del Patrimonio culturale. I pezzi pregiati, da quanto si è appreso, erano stati mostrati su alcuni siti internet ed i militari monitorando il web sono riusciti a recuperarli. Al momento non risultano indagati.

I particolari dell'operazione illustrati nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Nuoro, dal capitano Paolo Montorsi, comandante del Nucleo carabinieri per il patrimonio culturale di Cagliari, alla presenza di funzionari della soprintendenza archeologica della Sardegna.

REPERTI LASCITO TESTAMENTARIO A COMUNE NUORESE - Sono il lascito testamentario a un comune del Nuorese da parte di una persona deceduta i 430 reperti archeologici prevalentemente di epoca nuragica, rimpatriati in Italia dalla Svizzera, in seguito all'attività investigativa del Nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Cagliari al comando del cap. Paolo Montorsi. L'attività è iniziata nel 2014 quando un notaio e un legale di Lugano per conto dell'assistito deceduto, hanno contattato la Soprintendenza archeologica della Sardegna per restituire al Comune indicato nel testamento i reperti.

"Subito, appena contattati dallo studio legale, abbiamo iniziato la trattativa diplomatica terminata ai primi di aprile di quest'anno - ha spiegato il cap. Montorsi nel corso di una conferenza stampa -. Il legale svizzero ha incontrato il nostro Comando in provincia di Como e ci ha affidato i reperti posti immediatamente sotto sequestro. Reperti che ora sono al vaglio dei funzionari della Soprintendenza per cercare di risalire con esattezza all'epoca storica e al sito di scavo, verosimilmente un paese del Nuorese dove è stato commesso il reato". Il comandante dell'Arma ha anche spiegato che per il momento resterà anonimo il Comune a cui è stato fatto il lascito testamentario e anche il nome della persona deceduta.

"Per noi la cosa fondamentale è quella di capire come si è formata in Svizzera questa collezione e a chi è appartenuta - ha quindi concluso Montorsi -. Ricordiamo che la Svizzera da mezzo secolo a questa parte è un importante crocevia di reperti archeologici provenienti dall'Italia, grazie ai suoi porti franchi e alla ferrea normativa che protegge questa attività".

ESPERTI, IMPORTANTE COLLEZIONE DI REPERTI SARDI - Pugnali, spilloni, animaletti, bronzi a figura umana, navicelle, tutti di epoca nuragica, ma anche reperti metallici di età romana, dal secondo al settimo secolo dopo Cristo, come due stadere, campanelli, elementi di vestiario, orecchini e tanto altro. "Materiale frammentario ed eterogeneo, che ha riscontro in reperti simili rinvenuti in siti archeologici della Sardegna in particolare nel Nuorese". Lo hanno detto i due funzionari della Sovrintendenza, Gianfranca Salis e Antonio Sanciu, che nel corso della conferenza stampa hanno illustrato i particolari dei 430 reperti rimpatriati dalla Svizzera dopo un lascito di una persona deceduta originaria di un paese del Nuorese.

"Il grosso della collezione è di età nuragica - hanno spiegato i due esperti - alcuni pezzi sono stati danneggiati da restauri improvvidi, ma sembra che all'interno della collezione ci sia anche qualche falso. Stiamo cercando di effettuare analisi fisico-chimiche sui materiali, ma per noi è fondamentale che dall'attività investigativa arrivino altri particolari per fare uno studio più completo. E' importante ad esempio sapere se tutta la collezione proviene dallo stesso sito scavato e dove si trovi". Non è possibile quantificare il valore della collezione: "Dipende dall'epoca storica in cui sono stati acquistati - hanno precisato Salis e Sanciu -, se ovviamente sono stati pagati. Negli anni '70 e '80, per esempio, si spendevano cifre importanti per queste collezioni, cifre che si sono abbassate notevolmente negli ultimi anni".

"Quel che è certo - hanno sottolineato i carabinieri - è che si tratta di una delle più importanti collezioni di reperti archeologici rinvenute negli anni 2000".

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