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F.lli Pinna, latte sardo di alta qualità

F.lli Pinna, latte sardo di alta qualità

Caseificio replica e si difende, prodotto romeno solo per estero

CAGLIARI, 16 giugno 2016, 19:18

Redazione ANSA

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Altro che latte straniero, quello ovino sardo è di "altissima qualità" e il sapore e il profumo "sono straordinari, come le caratteristiche organolettiche". Elementi che hanno fatto la fortuna dei formaggi targati Pinna, l'azienda casearia di Thiesi (Sassari) che all'indomani della bufera sulle forme di formaggio prodotto dall'impresa sassarese a Timisoara con latte romeno, bloccate in Toscana e poi dissequestrate, difende le produzioni isolane. Una precisazione che arriva dopo gli attacchi scaturiti da alcune presunte dichiarazioni del patron dell'azienda, Pierluigi Pinna, riportate su un quotidiano regionale: "E' ora di dirlo, la qualità del latte sardo è inferiore a quella del resto d'Europa", questa la frase attribuita dal giornalista a Pierluigi Pinna.

"Si è creato un equivoco. Siamo profondamente dispiaciuti per questo polverone mediatico nato da una incomprensione sulla qualità del latte", fanno sapere all'ANSA i titolari del caseificio. L'azienda ribadisce di non utilizzare latte dalla Romania o da altre nazioni per produrre i formaggi e le ricotte nel caseificio di Thiesi destinati al mercato interno, sardo e della Penisola. Il latte estero, dunque, viene usato solo i prodotti del mercato internazionale. A Thiesi i fratelli operano da quasi un secolo, ben tre generazioni, producendo due formaggi di punta, il Pecorino Romano Dop e il Pecorino Sardo Dop, "dei quali siamo - dicono i proprietari con orgoslgio - l'azienda leader".

Nell'azienda del sassarese, dove lavorano oltre 230 persone, viene infatti raccolto il latte proveniente da tutta l'Isola e ogni anno il caseificio acquista dagli allevatori sardi circa 40 milioni di litri di latte. A gridare allo "scandalo" sul pecorino proveniente dalla Romania è stata per prima la Coldiretti, che domani riunirà alla Fiera di Cagliari gli allevatori per quella che viene definita "la rivolta del latte" in difesa delle produzioni tradizionali e per la battaglia sul prezzo del latte ovino.

Al coro si è unito anche il leader di La Base Efisio Arbau che ha sollecitato un intervento della Regione perchè pubblichi i dati sulla qualità del latte ovino sardo, ipotizzando anche un'eventuale azione legale a tutela dell'immagine della filiera sarda. E proprio il rafforzamento delle strategie di filiera è il cavallo di battaglia dell'assessore regionale dell'Agricoltura Elisabetta Falchi che ribadisce, alla luce delle polemiche roventi di questi giorni, come non sia più rinviabile la nascita dell'Organismo interprofessionale (OI) del comparto lattiero caseario, "che consentirà - spiega - di rafforzare le strategie di filiera e tutelare e valorizzare le produzioni sarde".

Ma la bufera imperversa. Mentre i Pinna affermano di essere tra "i primi sostenitori di una normativa ben chiara sulla origine ed etichettatura dei prodotti", Legacoop, che raccoglie il 65% della produzione e della trasformazione totale sarda, puntualizza che tutto il latte e tutto il formaggio trasformato e venduto attraverso i suoi canali in Italia e all'estero è rintracciabile ed "è direttamente prodotto e trasformato nell'Isola". Da qui l'invito a Coldiretti "a evidenziare bene le differenze tra chi opera nel settore".

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