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Rapporto Crenos, economia in chiaroscuro

Rapporto Crenos, economia in chiaroscuro

Ripresa al palo, pochi laureati e frammentazione imprese

CAGLIARI, 27 maggio 2016, 16:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' ancora in chiaroscuro il quadro economico della Sardegna, secondo l'analisi effettuata dal Crenos (Centro ricerche economiche nord sud) nel tradizionale rapporto annuale giunto alla 23/a edizione. Seppure la situazione dell'Isola appaia più incoraggiante rispetto al resto del Mezzogiorno, con una contrazione del Pil meno pesante (-1,1% Sardegna; 1,4 Italia), rispetto al quinquennio 2010-2014 (-1,4% Sardegna e -1,7% Italia) con un allentamento della morsa della recessione, questo dato non consente - osservano i ricercatori universitari - di annunciare la tanto attesa ripresa economica. L'Isola è tra le 70 regioni Ue più povere (206 su 276) con un reddito per abitante pari al 72% di quello medio, come la Grecia.

Diversi i fattori che frenano lo sviluppo: in primis i bassi livelli di istruzione e formazione (solo il 17,4% delle persone tra i 30 e i 34 anni ha conseguito una laurea rispetto all'obiettivo europeo del 40% mentre il tasso di dispersione scolastica è del 23,5% rispetto al 10% che "chiede" l'Ue e gli adulti impegnati in formazione sono al 10,7% rispetto al 15% di obiettivo Ue), le piccole dimensioni delle imprese (2,8 addetti per azienda; 142.578 imprese operanti nel 2015 pari a 85,9 imprese ogni mille abitanti)e le poche risorse destinate, soprattutto dai privati, agli investimenti in innovazione e ricerca (lo 0,76 del Pil rispetto all'obiettivo europeo del 3% con la spesa del settore privato che copre appena il 5,9% del totale.

Le "buone notizie" arrivano dal turismo, perchè nel 2015 continua a crescere il numero degli arrivi (9,2%) e delle presenze (9,1%) e riprende la crescita della componente straniera delle presenze con il +9,9% rispetto al l'8,4% della componente nazionale. Bene anche l'export con un +3,2 % trainato dalla raffinazione del petrolio (con un incidenza pari all'83,4% del totale dell'export), dai metalli (3,2% sul totale) e dagli alimentari e bevande (come il vino) con il 3,1% del totale (con una crescita però del 13,4%). L'agricoltura non esprime ancora appieno il suo potenziale contribuendo poco alla creazione di valore aggiunto con meno del 5%. Luci e ombre anche sul mercato del lavoro dove il Crenos conferma i dati positivi già emerso a gennaio: il tasso di attività e quello di occupazione nel 2015 crescono rispettivamente dell'1,7% e del 3,3%, mentre diminuisce del 6,8% sino a toccare quota 17,4% il tasso di disoccupazione.

Il Jobs act ha fatto sentire i suoi effetti anche nell'Isola e dopo un saldo netto di occupati pari a 12 mila rapporti di lavoro in più con il +9% di assunzioni totali, ora si fanno i conti con la decontribuzione che ha prodotto a gennaio 2016 una riduzione del 45% delle assunzioni a tempo indeterminato mentre tra gennaio 2014 e gennaio 2015 sono cresciute del 12,9%.

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