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Coniugi uccisi: figlio confessa omicidio

Nella notte sentito a lungo da magistrato sul duplice delitto

(ANSA) - CAGLIARI, 14 MAG - Non è ancora stato operato Igor Diana, il 28enne accusato di aver ucciso i genitori adottivi Giuseppe Diana, di 67 anni, e la moglie Luciana Corgiolu, di 62, nella loro abitazione al numero 13 di via Copernico a Settimo San Pietro, in provincia di Cagliari. Intanto oggi pomeriggio, alle 16, a Settimo si svolgeranno i funerali dei coniugi. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino.

Il giovane, accusato di omicidio volontario plurimo, tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale, è sempre ricoverato nell'ospedale di Iglesias, piantonato dalle forze dell'ordine; deve essere operato per la frattura del gomito provocata da un colpo di pistola sparato dalla polizia. Diana dopo una fuga durata 35 ore, al momento della cattura si è prima puntato la pistola alla tempia, minacciando di suicidarsi, poi l'ha puntata contro le forze dell'ordine, premendo il grilletto. A quel punto gli agenti hanno sparato, ferendolo. La pistola di Diana si è inceppata tanto che quando è stato arrestato aveva ancora il carrello bloccato.

Lunedì si terrà l'udienza di convalida per il tentato omicidio dei poliziotti, mentre si attende la richiesta di arresto da parte del pm Daniele Caria che coordina le indagini.

di Manuel Scordo

(ANSA) - CAGLIARI, 13 MAG - "È stato un raptus, non so cosa mi sia preso e li ho uccisi, non ricordo nulla di quello che è accaduto". Non c'è una spiegazione nelle parole di Igor Diana, 28 anni di origini russe, figlio adottivo dei coniugi Giuseppe Diana, 67 anni, e Luciana Corgiolu, 62, uccisi nella loro abitazione a Settimo San Pietro, in provincia di Cagliari. Non c'è un movente per quella ferocia che lo ha spinto prima a colpire i genitori con un bastone e poi ad accanirsi su di loro con numerose coltellate. Il giovane, fermato dopo una fuga durata 35 ore, ieri notte ha confessato il delitto al pm Daniele Caria, che era andato ad interrogarlo nell'ospedale di Iglesias dove si trova ancora ricoverato. E' stato ferito da due colpi di pistola esplosi dai poliziotti contro i quali aveva cercato di sparare, ma l'arma si è inceppata, nell'estremo tentativo di fuggire.

Il 28enne è accusato di duplice omicidio volontario, tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. Gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, da mercoledì non hanno mai smesso di cercarlo, come non hanno mai smesso di lavorare per ricostruire il duplice omicidio. "Chi ha avuto la sfortuna di fare il sopralluogo in quella casa - ha detto il capo della mobile - ha visto immagini a cui non ci si abitua mai". Una scena raccapricciante per gli investigatori, la casa piena di sangue e due corpi martoriati.

Il delitto, secondo la ricostruzione, è avvenuto domenica sera. Igor avrebbe avuto una discussione con i genitori adottivi. Poi è andato a letto a dormire, ma in piena notte in preda a un raptus ha aggredito e ucciso padre e madre. Un delitto d'impeto. Entrambi sono stati colpiti con un bastone e poi accoltellati più volte, la donna in camera da letto e il padre, che si è anche difeso con una sedia, in cantina. Il giovane è tornato poi a dormire, con a pochi metri distanza i cadaveri dei genitori e un mare di sangue. Il giorno dopo si è svegliato, cambiato gli indumenti - in casa sono stati trovati vestiti e scarpe sporche di sangue - poi è uscito. Nel corso della giornata è andato al bar, ha giocato alle slot machine, ha incontrato conoscenti e la sera ha comprato anche della droga, forse hascisc o marijuana. Poi è tornato a casa a dormire.

Martedì mattina qualcuno lo ha visto al Poetto, poi del giovane si sono perse le tracce, così come del fuoristrada grigio a bordo del quale si è allontanato e di una pistola Beretta calibro 7,65. L'epilogo delle ricerche ieri sera. Il fuoristrada viene segnalato lungo la Statale 293 a Nuxis, nel Sulcis. La vettura viene individuata e seguita da un elicottero dei carabinieri, che segnala la posizione alla Polizia e alle altre pattuglie dell'Arma. Dopo un inseguimento a tutta velocità l'auto viene bloccata. Ma il giovane non si ferma. Sceso dalla vettura si punta alla tempia la pistola, poi la punta contro le forze dell'ordine premendo il grilletto e la polizia spara, ferendolo. Igor fugge a piedi ma viene bloccato, con in mano la pistola pronta a sparare. Durante il trasporto in ospedale non dice nulla. "Chi ha incrociato il suo sguardo per qualche secondo - ha detto il dirigente della Mobile - lo ha visto determinato e lucido". Alcune ore dopo, incalzato dal pm, ha confessato.

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