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'Guerra' blogger-archeologi, 4 indagati

'Guerra' blogger-archeologi, 4 indagati

Commenti e vignette diffamanti, due blog chiusi in Sardegna

CAGLIARI, 03 marzo 2016, 21:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Utilizzavano due blog per denigrare, offendere, insultare e diffamare, arrivando anche a interferire nella vita privata, studiosi, archeologi, giornalisti, amministratori pubblici ed esponenti del mondo politico. Mettevano in rete commenti pesanti e volgari, allegando anche vignette offensive pur di danneggiare le vittime designate. Dei veri e propri "cyber offenders" quelli individuati dalla Polizia postale di Cagliari e Oristano.

Quattro persone, tra i 50 e i 60 anni, sono state denunciate per diffamazione, tra queste ci sono anche un giornalista e due appassionati di archeologia nuragica, ma l'indagine potrebbe presto arricchirsi di nuovi nomi. Venti, infatti, le querele già presentate, diciotto le vittime accertate. Le indagini degli specialisti della Polpost sono partite a seguito delle prime querele, circa due anni fa, in cui venivano segnalati il blog "Untore blog", poi diventato "Untore1blog-L'Eco dell'Untore", e le pubblicazioni offensive indirizzate in particolare ad alcuni studiosi della Fondazione Nurnet che, spiegano gli investigatori, "si pregia di portare oltremare l'immagine e la storia nuragica della Sardegna".

I commenti e le pubblicazioni, quasi giornaliere, erano completamente anonime, permettendo così agli autori di diffamare e denigrare la professione degli studiosi e di molti degli iscritti della Fondazione. Non solo. I blogger si sarebbero spostati anche alla sfera familiare di alcune vittime, attaccando la vita privata, lavorativa e politica. Nel caso di un archeologo cagliaritano, sottolinea la Polizia postale, "le reiterate violenze psicologiche hanno condotto una delle vittime all'esasperazione cagionandole oltre al danno psicologico, un grave nocumento di immagine professionale ed economico".

Centinaia di pubblicazioni pesantissime che avrebbero danneggiato la dignità delle persone avviando una vera e propria 'guerra' sul web tra archeologi e specialisti. Nei confronti dei blogger sono scattate perquisizioni a Cagliari, Torino e Roma, nel corso delle quali è stato sequestrato materiale informatico ancora in fase di analisi. Le indagini sono sfociate alcuni mesi fa nel sequestro preventivo dell'Untore Blog, seguito da quello degli altri due blog creati successivamente e di alcune caselle di posta elettronica anonime. Indirizzi mail utilizzati da alcuni per "suggerire" all'untore i testi da pubblicare.

PARLA UNA VITTIMA, E' LA FINE DI UN INCUBO - È la fine di un incubo, la fine di un periodo di terrore che, come tanti altri, sono stato costretto a vivere. Molte persone non volevano più lavorare con me, non volevano accostare il loro nome al mio perché avevano paura di finire nella gogna del blog. Spero che una cosa del genere non succeda mai più, che questo episodio sia un precedente per tutti". Così all'ANSA l'archeologo più colpito dalle pubblicazioni e dalle vignette denigratorie dell'Untore blog, la pagina web sequestrata dalla Polizia postale di Cagliari e Oristano nell'ambito di un'operazione che ha portato anche alla denuncia per diffamazione di quattro persone.

L'esperto ha avuto problemi lavorativi e personali proprio a causa delle bordate arrivate via internet. "Lavoro da dieci anni - racconta - e sono un libero professionista. Mi occupo anche di divulgare su Tv, radio o in conferenze l'archeologia, forse per questo motivo ero più in luce di altri e sono stato preso di mira. A settembre del 2014 sono iniziate le pubblicazioni sul blog in cui venivo diffamato, mi facevano passare per un poco di buono, denigrando il mio lavoro".

L'archeologo ha vissuto momenti davvero difficili, tanto da non riuscire più a lavorare. "Organizzavo escursioni archeologiche ma mi sono dovuto fermare perché - spiega - psicologicamente non riuscivo più ad andare avanti. I familiari e gli amici mi sono sono stati vicini, ma dal mondo accademico e dai miei colleghi non è arrivato nè un attestato di solidarietà nè di vicinanza. Questo mi rammarica molto - confessa - Ho avuto la sensazione che qualcuno godesse di quello che scrivevano sul blog".

Ora l'esperto ha ripreso a lavorare con tranquillità. "Porterò dentro di me le ferite di quanto è accaduto - confessa - Ti annullavano psicologicamente, ti colpivano nel profondo e nel personale. La cosa che ti annienta di più è non sapere chi lo sta facendo (tutte le pubblicazioni erano anonime o con nomi di fantasia, ndr), questo crea uno stato perenne di confusione e paura. Tutto questo è una sconfitta per la società e per il mondo della cultura".

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