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Strage Gallura: ergastolo per Frigeri

Strage Gallura: ergastolo per Frigeri

Nel maggio 2014 a Tempio Pausania uccise coniugi e figlio 12enne

TEMPIO PAUSANIA, 16 febbraio 2016, 09:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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di Antonella Manca

Ergastolo per Angelo Frigeri, unico imputato e unico colpevole del triplice omicidio del 17 maggio 2014 a Tempio Pausania. La sentenza del carcere a vita, arrivata dopo poco più di un'ora di camera di consiglio, conclude il processo celebrato con rito abbreviato nel Tribunale della cittadina. Cala così il sipario su una vicenda di sangue che ha sconvolto un'intera comunità e che rimane ancora, a due anni dalla strage e con un processo dall'esito acquisito, senza un movente.

Per il giudice dell'udienza preliminare Vincenzo Cristiano, Angelo Frigeri, antennista di 35 anni, è l'assassino di Giovanni Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del figlio dodicenne Pietro, appena rientrato a casa da scuola. Il dispositivo della sentenza, in cui si accolgono le richieste del Pm Angelo Beccu, è stato letto davanti ai familiari delle vittime, assente invece l'imputato. I parenti - i nonni del bambino e i fratelli dei coniugi - costituitisi parte civile, hanno ottenuto una provvisionale di 50 mila euro a testa. Entro 90 giorni il Gup depositerà le motivazioni del verdetto.

A nulla è valsa la lunga arringa - che ha preceduto la camera di consiglio - del difensore dell'imputato, avvocato Giampietro Cocco: ancora una volta ha tentato la carta dell'incapacità di intendere e volere del suo assistito, nonostante la perizia disposta dal giudice - precondizione per lo svolgimento del processo con il rito alternativo - avesse già stabilito che Frigeri era perfettamente in sè quando ha ucciso.

Alla base dell'impianto accusatorio una corposa mole di prove che sin dall'inizio hanno portato gli investigatori sulle tracce dell'antennista, ritenuto l'unico autore di una strage scaturita all'improvviso, al culmine di un'accesa discussione con Giulia Zanzani e legata probabilmente a questioni economiche, tra cui la restituzione di un'auto. Secondo la ricostruzione dell'accusa, la prima ad essere uccisa fu la donna, poi il marito Giovanni Azzena, e infine il piccolo Pietro, rientrato a casa da scuola, ignaro che i genitori fossero stati ammazzati da quello che riteneva fosse un amico di famiglia.
   

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