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Alcoa:delude vertice,nuova mobilitazione

Alcoa:delude vertice,nuova mobilitazione

Venerdì 27 assemblea a Carbonia, "dal governo solo parole"

CAGLIARI, 25 novembre 2015, 21:25

Redazione ANSA

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Delusione e preoccupazione nel Sulcis dopo l'incontro di ieri al Mise su energia e industria. E per Alcoa ricominciare la mobilitazione. La battaglia dal territorio è pronta a riprendere già da venerdì 27. L'occasione è l'assemblea popolare in programma alle 16.30 in via Costituente a Carbonia: hanno già manifestato la propria adesione consiglieri regionali, sindaci, associazioni sindacali, rappresentanti del lavoro autonomo, disoccupati e studenti.

"Un'assemblea che partendo dall'analisi della precarietà del territorio non potrà che esprimere unità d'intenti per quella che si profila la più grande mobilitazione del Sulcis Iglesiente", spiega il movimento Partire Iva, capofila della protesta. Ieri molti operai ex Alcoa hanno seguito via telefono la riunione al ministero dello Sviluppo economico, riuniti davanti ai cancelli dello stabilimento di Portovesme. Lavoratori che hanno capito fin dalle prime frasi del ministro Federica Guidi come sarebbe potuta andare a finire.

"Parole e parole - denuncia il movimento - per tentare di nascondere l'assoluta incapacità del governo di far valere in sede europea le ragioni della essenzialità e superinterrompibilità dovute alla Sardegna per sostenere gli impianti energivori della produzione industriale isolana". L'esempio, secondo i promotori della mobilitazione, arriva dall'altra parte del mondo.

"Questa vertenza - sottolinea il presidente della Partite Iva Paolo Bullegas - meriterebbe ben altra determinazione politica, come quella dimostrata dal governatore dello stato di New York qualche giorno fa. Il riferimento è all'ultima mossa del governatore Andrew Cuomo, intervenuto per salvare oltre 600 posti di lavoro diretti Alcoa, appartenenti all'impianto sul fiume San Lorenzo per rispondere all'ipotesi di un licenziamento di massa.
   

SINDACATI PRONTI ALL'OFFENSIVA SU BRUXELLES - Mobilitazioni una dietro l'altra per avere risposte e garanzie su energia e futuro dell'industria sarda. Ma c'è anche un'altra strada, quella che porta a Bruxelles: un faccia a faccia tra sindacato e commissione europea. È il grido di battaglia lanciato dai vertici di Cgil, Cisl e Uil durante un incontro urgente delle rappresentanze dei lavoratori diretti e degli appalti di tutte le aree industriali e delle categorie degli elettrici, dei chimici, dei metalmeccanici e degli edili.

"Esigiamo risposte non domani ma adesso - ha detto il segretario della Cgil Michele Carrus - Siamo pronti a tutte le forme di lotta. Siamo pronti a manifestare sotto la Regione. Contro un Governo colpevolmente distratto: la preoccupazione dei territori è palese, servono segnali di svolta". Domani i segretari si incontreranno per mettere insieme un piano di azione. Anche per preparare l'incontro - non è stata ancora decisa la data - con il presidente della Regione Francesco Pigliaru.

"Bisogna dare delle scadenze - ha sottolineato il segretario della Cisl Oriana Putzolu - stanno emergendo tensione e allarme. Non vogliamo una mobilitazione, ma mobilitazioni su mobilitazioni sino a quando non avremmo ottenuto risultati concreti. La Giunta? Il piano energetico non può rimanere sulla carta, ha bisogno di un'accelerazione. Non vogliamo assistenzialismo, stiamo chiedendo al governo pari opportunità". Messaggio a Pigliaru. "Presidente reagisci - ha incalzato la numero uno della Cisl sarda - non basta la caramella dei trenta milioni sulla continuità territoriale".

All'attacco anche la Uil. "Stiamo studiando un altro percorso - ha spiegato il segretario Francesca Ticca - Attraverso il sindacato europeo vogliamo essere sentiti dalla Commissione europea. Approfondiremo questa possibile soluzione nei prossimi giorni. Quel che è certo è che oggi abbiamo registrato ancora una volta una grande sofferenza dai nostri territori".

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