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Energia: sul tavolo del Mise la questione Sardegna

Energia: sul tavolo del Mise la questione Sardegna

Regione punta strappare garanzie per la tenuta dell'industria nell'Isola

CAGLIARI, 24 novembre 2015, 21:01

Redazione ANSA

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Energia: Sardegna a Roma, 'senza garanzie industria muore ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Energia: Sardegna a Roma,  'senza garanzie industria muore ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
Energia: Sardegna a Roma, 'senza garanzie industria muore ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Governo si impegna a ottenere entro la fine dell'anno dalla Commissione Ue l'autorizzazione alla nuova misura di superinterrompibilità per la Sardegna e la Sicilia. E' quanto emerso nella riunione al ministero dello Sviluppo Economico alla quale hanno partecipato il ministro Federica Guidi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti con il governatore Francesco Pigliaru, Confindustria Sardegna, Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

Il Ministro Guidi ha detto di essere in costante contatto con la Commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager per seguire da vicino il dossier che riguarda la fornitura di energia alle imprese delle due isole in base alle regole della superinterrompibilità in modo da eliminare il rischio di aiuti di Stato. Anche le riunioni a livello tecnico si svolgono con cadenza settimanale. Su questa materia il Governo riferirà entro la metà del mese di dicembre sull'esito conclusivo del confronto in sede europea.

Le parti saranno riconvocate prima di Natale al Ministero dello Sviluppo economico. Durante la riunione è stata esaminata anche la questione della essenzialità per gli impianti che producono energia elettrica in Sardegna. A questo riguardo il Ministro Guidi ha confermato il proprio impegno per ricercare soluzioni che ad un tempo garantiscano il sistema elettrico regionale e l' occupazione degli impianti interessati.

PIGLIARU, SFORZO COMUNE PER SALVARE LA NOSTRA INDUSTRIA - Regione Sardegna a Roma per portare a casa un doppio risultato su energia e industrie. Se ne riparla a metà dicembre: fissato un nuovo incontro al Mise prima di Natale. Nel frattempo pressing sull'Europa soprattutto per il prezzo dell'energia elettrica. Il governatore Francesco Pigliaru, accompagnato dall'assessore dell'Industria Maria Grazia Piras, nella lunga riunione al ministero dello Sviluppo economico, davanti al ministro Federica Guida e al sottosegretario Claudio De Vincenti, ha ribadito l'elenco delle urgenze dell'isola.

Tra le priorità, la necessità di preservare, seppur temporaneamente, il regime attuale di essenzialità delle centrali della Sardegna. "Si tratta del solo strumento - ha spiegato il presidente - che, allo stato delle cose, può accompagnarci nella transizione verso il metano. È funzionale alla ripresa economica della nostra Isola e risponde a precise esigenze di sicurezza ed equilibrio del sistema elettrico regionale in presenza degli impegni che Governo e Regione hanno messo in campo per il rilancio del settore industriale".

Problema lavoro. "Non possiamo permetterci ulteriori rischi sul piano dei livelli occupazionali - ha chiarito Pigliaru - Chiediamo una proroga del regime di essenzialità per un tempo che serva ad attivare gli investimenti sull'efficientamento delle centrali e sulle imprese a valle". Si è parlato anche dei singoli casi, ad esempio di Ottana. "Il problema essenzialità ha un impatto diretto con le altre imprese insediate a cui sono fornite le utilities", ha sottolineato il governatore.

Guidi ha annunciato che nelle ultime ore la struttura tecnica del Ministero e Terna stanno valutando l'opzione di un regime che garantisca la riaccensione rapida e l'erogazione in rete in condizioni di equilibrio nella Sardegna centrale. Sul fronte del prezzo dell'energia per megawatt/h - uno dei punti più caldi della questione, sollecitato soprattutto dai rappresentanti ex Alcoa - il ministro ha comunicato che si sta trattando per un valore finale che sia più basso rispetto alla media europea, in considerazione della specifica condizione di insularità.

Il governatore ha confermato l'intenzione "di continuare a esercitare nelle prossime ore un forte pressing sulle istituzioni comunitarie che hanno in mano i dossier su cui si fonda il mantenimento e lo sviluppo del tessuto industriale in condizioni di insularità". Un impegno. "Lo faremo insieme al Governo - ha dichiarato Pigliaru - con il sostegno e il senso di responsabilità finora sempre mostrato da imprese, sindacati e associazioni di categoria".

SINDACATI DELUSI, DAL MISE ENNESIMO RINVIO - Rinvio a un ulteriore incontro. Delusione e preoccupazione dei sindacati al termine dell'incontro di questo pomeriggio al Ministero dello Sviluppo economico a Roma tra Regione e Governo sulla vertenza energia.

"Siamo insoddisfatti di una riunione per ora solo interlocutoria in cui sembra che il governo nazionale lasci affossare il sistema energetico sardo. La Regione deve opporsi con forte determinazione e fare scelte immediate, prima di tutto sulla metanizzazione", commenta il segretario generale della Cgil Michele Carrus all'uscita dal vertice. "Altre regioni, come la Sicilia - aggiunge - hanno saputo imporre per legge dello Stato il mantenimento del proprio sistema fino ai necessari ammodernamenti e interconnessioni. La Sardegna politica era evidentemente distratta, e ora deve rincorrere l'emergenza in condizioni di debolezza. È colpevolmente mancata questa tempestività, forse anche per un eccesso di fiducia, malriposta, nel governo nazionale. Ora bisogna trarne insegnamento e soprattutto trovare rapidamente rimedio. Questo ci attendiamo dalla Giunta regionale".

Anche la Cisl all'attacco. "Non ci sono piaciuti risposte e atteggiamento da parte dell'esecutivo nazionale nei confronti della nostra terra - spiega a caldo il segretario regionale Oriana Putzolu - Io chiedo ora alla Regione di promuovere una manifestazione di popolo per dire no a chi ci nega risposte. Serve una mobilitazione forte per fare capire che così non va. Noi siamo venuti a Roma con delle speranze. Ma torniamo con un rinvio".

Il problema è sempre quello, il prezzo dell'energia. "Da quanto emerge - sottolinea Manolo Mureddu, Cisl, al termine di un approfondimento sulle sorti dell'ex stabilimento Alcoa - il memorandum che prevede un costo di 25 euro a megawattora non sarebbe accettato dall'Unione Europa perché considerato aiuto di stato. Si sta lavorando a un'altra ipotesi, quello di livellare il costo dell'energia a quello medio europeo. Ma il prezzo di alzerebbe dai 32 ai 37 megawattora. Con tutte le incognite legate alle decisioni, su queste basi, di un investitore come Glencore".

TUTTI A ROMA IN PRESSING SUL GOVERNO - Maxi-mobilitazione a Roma per il futuro dell'energia in Sardegna. In occasione dell'incontro in programma al Mise con il ministro Federica Guidi e il sottosegretario Claudio De Vincenti, sono arrivati nella capitale il governatore Francesco Pigliaru e l'assessore dell'Industria Maria Grazia Piras.

A sostenere l'azione della Giunta anche il Consiglio regionale - in testa il presidente Gianfranco Ganau - che si è autoconvocato nella sede di rappresentanza della Regione Sardegna, in via Locullo, poi una delegazione si è spostata in presidio davanti al ministero. In grandi forze anche i sindacati con i vertici di Cgil, Cisl e Uil. Ma ci sono anche le delegazioni locali e di settore. Tema dell'incontro la questione energia. Con evidenti possibili riflessi sulla ripresa di Portovesme.

I lavoratori Alcoa chiedono l'ultimo sforzo per favorire la riapertura dello stabilimento attraverso un abbassamento del prezzo dell'energia in grado di attirare gli investitori. Una mossa che però coinvolge anche la Commissione europea. La Regione dovrà strappare al Governo garanzie dopo l'annuncio da parte dell'Autorità, su richiesta di Terna, di togliere il regime di essenzialità alla centrali sarde per affidarlo al solo impianto di Assemini.

"E' un sostegno alla Giunta per una situazione che sta penalizzando tutta la Sardegna - osserva il presidente Ganau - Si tratta di una vertenza di tutti e per questo siamo pronti a qualsiasi tipo di mobilitazione".

L'incontro riguarda urgenze che coinvolgono complessivamente il tessuto industriale sardo: 18 aziende beneficiarie della super interrompibilità e tre centrali elettriche beneficiarie della essenzialità, più l'indotto diretto e collaterale.

La Regione Sardegna punta a strappare al tavolo del Governo garanzie per la sicurezza e l'equilibrio del sistema elettrico dell'Isola, elemento fondamentale per il mantenimento dell'industria nell'Isola e la possibilità di riavviare la produzione in quegli stabilimenti, come l'Alcoa di Portovesme, fermi da anni in attesa di nuovi acquirenti che guardano, però, con molta attenzione l'evolversi della situazione proprio sul fronte energetico.
   

PROTESTA A NUORO IN DIFESA DI OTTANA - Sit-in dei sindacati, dei rappresentanti dell'industria chimica e dei sindaci del territorio questa mattina davanti alla sede della Prefettura di Nuoro per fare pressing sulla vertenza energia, in concomitanza con l'incontro di questo pomeriggio a Roma nella sede del Ministero dello Sviluppo economico. In ballo c'è il futuro dell'industria sarda ma in particolare della Sardegna centrale. I partecipanti alla manifestazione di Nuoro hanno consegnato al prefetto Giovanni Meloni un documento informativo sulla vertenza del territorio, con la richiesta che lo stesso documento venga letto nell'incontro di Roma.

Al centro della vertenza la revoca del regime di essenzialità per le centrali elettriche sarde deciso da Terna e avallato dall' Autority per l'energia. "Il mancato riconoscimento dell'essenzialità - ha detto Katy Contini segretaria di categoria della Cisl - butta nel buio più assoluto la tenuta industriale già così fragile dell'area industriale di Ottana. Ci aspettiamo che il Governo oggi faccia un passo indietro rispetto a quanto dichiarato da Terna e dell'Autority. Noi pretendiamo lo stesso trattamento avuto dalla Sicilia per decreto legislativo del Governo prorogato fino al 2018, per compensare quel per gap energetico che determina l'assenza di metano. Anche noi abbiamo il gap energetico e la soluzione nell'immediato può essere solo essenzialità, che va ben oltre il coinvolgimento di Ottana Energia. Da noi questa vertenza si traduce in 500 posti di lavoro persi se oggi non si otterranno risultati".

"Oggi a Roma - ha aggiunto Sergio Zara della Cgil - si discuteranno due questioni: quella della interrompibilità che riguarda lo sconto energetico per 18 aziende sarde, che scade a dicembre, e l'essenzialità per le fabbriche di Ottana Energia, la centrale Enel di Portovesme nel Sulcis e quella di Fiume Santo. Se il Governo non fa marcia indietro c'è la morte dall'area industriale di Ottana e si assesta un colpo pesante all'industria sarda". "Vogliamo risposte dalla politica - ha concluso il vice sindaco di Siniscola Lucio Carta -. Questo territorio sta morendo e se ora si nega l'essenzialità l'industria di Ottana perderà quelle poche centinaia di lavoratori rimasti. La Regione e il Governo ci devono dare risposte, altrimenti nel Nuorese sarà lotta dura".

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