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Sanità: nasce la nuova Rete ospedaliera

Sanità: nasce la nuova Rete ospedaliera

Hub principali a Cagliari e Sassari, risparmio 134 mln fino 2018

CAGLIARI, 29 luglio 2015, 20:50

Redazione ANSA

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Nuova rete ospedaliera Sardegna - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuova rete ospedaliera Sardegna - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nuova rete ospedaliera Sardegna - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nasce la nuova Rete ospedaliera della Sardegna. La decisione è stata presa dalla Giunta regionale che ha approvato una delibera illustrata oggi dal presidente Francesco Pigliaru e dall'assessore della Sanità, Luigi Arru. Così la Giunta ritiene che nel triennio 2015-2018 si potranno risparmiare 134 milioni di euro. Fra le novità principali la razionalizzazione delle 31 strutture ospedaliere pubbliche attuali attraverso la creazione di due hub principali con ospedali di secondo livello da 600 mila abitanti e alte specialità a Cagliari (Azienda Brotzu con Microcitemico e Businco) e a Sassari (Azienda ospedaliera universitaria e Santissima Annunziata), sette ospedali di primo livello con popolazione da 160 mila abitanti (Olbia, San Francesco a Nuoro - rinforzato-, Oristano, San Gavino, Sirai di Carbonia, Policlinico Casula di Monserrato e Santissima Trinità. Sono cinque i presidi di base (Alghero, Ozieri, Tempio, Lanusei - rinforzato - e Iglesias) a cui si aggiungono quelli di sede disagiata di Sorgono, Isili e La Maddalena, oltre agli ospedali di Comunità di Ozieri, Ittiri, Thiesi, Bosa e Ghilarza. Infine sono 11 i presìdi ospedalieri privati compreso il futuro Mater Olbia. Ma non solo: una riduzione di 64 primariati su 372 strutture complesse attuali per passare da 13 primariati per posti letto a 15 rispetto ad una media nazionale di 17,5, e un taglio del 13,2% di posti per acuti (circa 600 posti letto su 5.527) ed un incremento del 165% di posti letto per post acuti che passano dagli attuali 374 a circa 980. "L'obiettivo è trattare in ospedale casi più complessi e in poco tempo, mentre oggi, a differenza di altre regioni italiane come l'Emilia Romagna e la Toscana, i pazienti rimangono per troppo tempo in ospedale per casi non complessi - ha detto il presidente Pigliaru -. Siamo di fronte ad una struttura ospedaliera eccessivamente diffusa che rappresenta quasi l'unico riferimento con ospedali deboli nei quali frazioniamo il trattamento. Serve allora - ha aggiunto - molta concentrazione per essere al di sopra di un certo rischio. E ancora razionalizzare e dare una gerarchia tra ospedali con l'Areus che deve fungere da fulcro. Non stiamo parlando di risparmio ma di una sanità che deve migliorare molto". "Vogliamo ricondurre a 3,7 posti letto per mille abitanti l'attuale situazione in un percorso circolare intergrato - ha spiegato Arru - l'idea strategica è quella di verificare appropriatezza dei ricoveri e delle prestazioni e la qualità del servizio erogato ai cittadini: non togliamo servizi ma ridiamo valore all'ospedale".

IN UN ANNO 14 MILA RICOVERI INAPPROPRIATI - In un anno in Sardegna si registrano attualmente 14 mila ricoveri inappropriati. Si tratta di malattie croniche che possono essere gestite in strutture territoriali (scompensi cardiologici, diabete, ecc.) o di interventi chirurgici minimi che invece vengono trattati come patologie acute con tanto di ricovero. Inoltre l'accesso al Pronto soccorso si configura spesso quale unica risposta ad un bisogno assistenziale nel territorio che solo in parte dovrebbe accedere al livello ospedaliero, diminuendone proporzionalmente il livello di complessità della casistica trattata. Il 70% degli accessi ai Pronto soccorso, infatti, è dovuto a disturbi di bassa gravità (codici bianchi e verdi). La valutazione è stata fatta nel lavoro preparatorio alla definizione della Rete ospedaliera dell'isola presenta oggi dalla Giunta. "Molti di questi interventi si dovrebbero fare in day hospital senza ricovero il che significa - spiega il direttore generale dell'assessorato regionale della Sanità Giuseppe Sechi - che alcuni reparti come le medicine e le chirurgie vanno specializzate". "Finora è mancato il governo clinico - aggiunge l'assessore Luigi Arru - Abbiamo approvato anche una delibera sull'istituzione del tavolo tecnico per responsabilità professionale che punta, con l'insieme della razionalizzazione della rete, a percorsi diagnostico-terapeutici integrati. Cercheremo di evitare che ci sia un solo cittadino che stia in corridoio". "Stiamo tirando fuori i dati perché i comportamenti inappropriati possono avvenire nell'ombra e diffondersi, invece dobbiamo avere chiarezza della situazione - osservato il presidente della Regione Francesco Pigliaru - C'è ancora un uso altamente inappropriato degli ospedali e occorre restituire una qualità del servizio che oggi è insufficiente a causa di troppa
dispersione. Toglieremo tutti gli alibi". Secondo i dati dell'assessorato, il tasso complessivo di ricovero nel 2014 è pari a 165 per 1000 abitanti, superiore di 5 punti rispetto allo standard nazionale di riferimento. Negli ultimi quattro anni (2011-2014) si osserva una riduzione dei ricoveri per acuti, sia nel regime ordinario (-9%), sia in quello diurno (-10%) e una progressiva riduzione del tasso
complessivo di ospedalizzazione (da 181 a 165 ricoveri per 1000 abitanti). Sono stabili, invece, i livelli di ospedalizzazione in post-acuzie e quelli relativi alla mobilità extra-regionale.

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