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Parroco arrestato:inchiesta dopo minacce

Parroco arrestato:inchiesta dopo minacce

Indagine Procura dopo finta bomba contro don Pascal e vescovo

CAGLIARI, 25 maggio 2015, 19:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Tribunale del Riesame di Cagliari ha rigettato la richiesta di scarcerazione di don Pascal Manca, l'ex parroco di Mandas e Villamar arrestato nelle scorse settimane con l'accusa di violenza sessuale su minori. Il collegio, presieduto da Massimo Costantino Poddighe, non ha dunque accolto la richiesta dell'avvocato Luigi Concas, legale del sacerdote, di mitigare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Mauro Grandesso, su richiesta del pm Liliana Ledda. Il difensore aveva proposto la custodia in un convento per il venir meno, a suo dire, del pericolo di fuga, ma i giudici del Riesame hanno confermato il provvedimento e don Pascal dovrà dunque restare nell'ala speciale del carcere di Uta, dove è attualmente detenuto.

PROCURA APRE INDAGINE SU MINACCE - È stato subito aperto in Procura il fascicolo per "minacce aggravate" dopo il ritrovamento ieri a Mandas (Cagliari) di una finta bomba, con delle cartucce, accompagnate anche da comparsa di scritte contro don Pascal Manca e contro l'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio e il suo predecessore Giuseppe Mani. Il sostituto procuratore Emanuele Secci dopo essere stato informato dai carabinieri della stazione locale ha avviato le indagini per risalire agli autori delle minacce che ruotano chiaramente attorno alla vicenda di don Pascal Manca, ex parroco di Mandas e Villamar, accusato di violenza sessuale su minori e arrestato su ordine di custodia cautelare del Gip, Mauro Grandesso, chiesta dal sostituto procuratore Liliana Ledda. Difeso dall'avvocato Luigi Concas, il sacerdote deve difendersi dall'accusa di aver abusato su alcuni ragazzini tra i 15 e i 16 anni di Mandas e Villamar, dopo averli drogati con psicofarmaci. Proprio in queste ore il tribunale del riesame di Cagliari deciderà sulla richiesta di scarcerazione del prete: la difesa ha chiesto che potesse lasciare il carcere di Uta per essere rinchiuso in un convento. Ma nel frattempo è scattato l'allarme a Mandas per la finta bomba, le cartucce e le minacce non solo contro il sacerdote ma anche contro l'arcivescovo Miglio.
   

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