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>ANSA-FOCUS/ Terrorismo:a Olbia una delle menti cellula Al Qaida

Capo religioso collettore finanziamenti per terroristi

(ANSA) - OLBIA, 24 APR - Gestiva un bazar a Olbia e alcuni negozi a Roma, era il capo della comunità pakistana della città gallurese ed era considerato un leader spirituale per molti connazionali. Un imprenditore insospettabile che aveva addirittura lavorato nel cantiere del G8, ma secondo gli investigatori della Digos di Sassari, Sultan Wali Khan, arrestato ieri a Olbia mentre si imbarcava su un traghetto per Civitavecchia, sarebbe stato uno dei capi in Italia della cellula terroristica legata ad Al Qaida.
    Insieme all'imam di Bergamo e Brescia avrebbe raccolto ingenti somme di denaro, grazie a collette avviate tra le varie comunità pakistane per presunti scopi benefici, da inviare poi ai gruppi terroristici. Proprio a Olbia, secondo quanto emerso dall'ordinanza firmata dal Gip Giorgio Altieri, sarebbe stato organizzato l'attentato al mercato di Peshawar costato la vita a più di cento persone nell'ottobre del 2009. A Sultan Wali e ad altri quattro dei dieci arrestati viene infatti contestato il delitto di strage. Ed è sempre da Olbia che sarebbe partita una telefonata diretta a Bin Laden. A fare la chiamata Imitias Khan, uno degli arrestati nella città gallurese, che chiede alla sorella notizie di Osama e lei risponde: "anche lui sta bene, sta dormendo". Secondo il Gip di Cagliari "non ci sono dubbi che la cellula di Olbia fosse a diretto contatto con i più stretti fiduciari del capo fondamentalista Osama Bin Laden, tanto da essere utilizzata anche come veicolo di diffusione dei suoi comunicati diretti al mondo".
    Una cellula ben integrata nel sistema terroristico, secondo gli investigatori, con al centro un insospettabile commerciante.
    A Olbia oggi non si è parlato d'altro e in città aleggia lo sgomento. "Sono sconvolta - dice all'ANSA Simona Deriu, proprietaria di un negozio di calzature al numero 5 di via Acquedotto, accanto al bazar - ho assistito di persona all'arresto: mai mi sarei aspettata una cosa del genere. Abbiamo sempre avuto rapporti di buon vicinato - spiega la commerciante - Soprattutto il ragazzo arrestato - precisa - era sempre molto cordiale ed educato. Un grande lavoratore". Il legale che rappresenta i tre pakistani arrestati a Olbia, Luca Tamponi, è sicuro che tutta la vicenda si sgonfierà. "I miei clienti si trovano ad esser accusati di fatti molto gravi, ma sono fiduciosi e certi che la vicenda si chiarirà e verrà ridimensionata. Si tratta di persone stabilmente inserite nella società olbiese, dove lavorano e vivono con le proprie famiglie e dove sono nati i loro figli. Non hanno mai avuto problemi con la giustizia". Sconvolta la famiglia di Sultan Wali Khan. "Mio fratello si trova qui a Olbia da 22 anni e mai è successa una cosa del genere - dice il fratello Fazal I Raman - La moglie, che è incinta e aspetta il sesto figlio, si trova in Pakistan e piange in continuazione, non vuole credere a quanto accaduto".
    (ANSA).
   

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