Alla vigilia della settimana
nella quale il Consiglio regionale esaminerà il "cuore" della
Legge Casa, che riprende il suo iter questo pomeriggio,
Confindustria e Ance Sardegna ribadiscono l'auspicio che le
forze politiche "sappiano ascoltare e correttamente interpretare
le istanze provenienti dal mondo produttivo, dando quelle
risposte che cittadini e imprese attendono, il tutto
possibilmente in pochi giorni". Confindustria e Ance chiedono
modifiche sostanziali al provvedimento in diverse delle parti
più spinose e importanti.
Oltre ad una maggiore semplificazione delle procedure per le
manutenzioni straordinarie, la revisione o l'installazione di
impianti tecnologici, le varianti e le opere precarie, viene
ritenuta "fortemente limitativa, per le zone B e C, il limite
dei 70 e dei 90 mc di incremento volumetrico, a seconda che il
Puc sia stato adeguato al Ppr o meno. Per i centri storici viene
proposta che siano sempre ammissibili gli aumenti volumetrici
per edifici con meno di 50 anni, in contrasto con i caratteri
architettonici e tipologici del contesto.
Secondo Confindustria e Ance dovrebbe inoltre essere
modificata la norma che stabilisce condizioni per l'avvio dei
lavori di incremento volumetrico, contrariamente con le
disposizioni nazionali relative alla Scia e, nel caso di
demolizione e ricostruzione, si propone un bonus volumetrico di
almeno il 30% senza alcuna distinzione in merito alla superficie
dei lotti. Andrebbero infine ripristinate sia la norma che
consente la possibilità di incrementare le volumetrie delle
attività ricettive, indipendentemente dalla zona in cui si
trovano (e quindi anche in area agricola), sia quella sui piani
attuativi approvati entro il 2006. Infine sull'agro (zone E) si
sollecita la possibilità di consentire il miglioramento del
patrimonio esistente.
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