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Pili, in carcere Macomer terroristi Isis

Pili, in carcere Macomer terroristi Isis

Deputato Unidos, potevano comunicare e organizzare tutto

CAGLIARI, 26 marzo 2015, 18:35

Redazione ANSA

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Aleppo - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Aleppo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alcuni tra i più pericolosi terroristi islamici erano in Sardegna, detenuti nel carcere di Macomer, chiuso di recente; nel silenzio più assoluto. Lo ha denunciato il deputato di Unidos, Mauro Pili, intervenendo alla Camera durante la discussione del decreto antiterrorismo.

Il parlamentare sardo ha fatto nomi e cognomi, raccontando il curriculum vitae di ognuno di loro. "Il numero uno della strage di Madrid, Rabei Osman - ha detto Pili - il grande reclutatore il franco-tunisino Raphael Gendron, braccio destro dell'imam Ayachi, leader islamista 'belga' pregiudicato per terrorismo, ucciso subito dopo la detenzione a Macomer in uno scontro con le truppe dell'esercito di Damasco, e il tunisino Bouyahia Hamadi Ben Abdul, inserito nella lista nera di Obama e tra i 60 terroristi più ricercati al mondo".
Pili ha aggiunto alla lista "Khalil Jarraya, tunisino di 41 anni, detto il colonnello perché aveva combattuto nelle milizie bosniache dei Mujihaddin durante la guerra nella ex Jugoslavia". Secondo il parlamentare "era lui il vero promotore della cellula jhadista arrestata a Faenza e di cui facevano parte altri detenuti di Macomer come Hechmi Msaadi, tunisino di 33 anni, Ben Chedli Bergaoui, tunisino di 36 anni, e Mourad Mazioni".

Sempre secondo Pili a Macomer "questi signori potevano organizzare di tutto, comprese le strategie terroristiche". Un racconto circostanziato: "In una visita riscontrai personalmente che tra i terroristi vi era un rapporto costante e aggiornato in tempo reale. Se fosse confermato che nel carcere di Macomer è stata architettata e progettata la strage di Tunisi devono essere individuati i responsabili".
Ora il carcere di Macomer è chiuso, ma Pili ha rilanciato l'allarme: "Tutto questo conferma una gestione scandalosa del sistema carcerario in Sardegna e ci obbliga ad una mobilitazione ancora più decisa per evitare quella scellerata decisione di inviare in Sardegna i più efferati capi mafia. Ci batteremo in ogni modo per impedire l'attuazione di questa infausta decisione perché si tratta di un piano gravissimo che mette a rischio la sicurezza della Sardegna e del suo popolo".
   

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