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Bonifiche Portovesme Srl: sit-in protesta, "Chi inquina paghi"

(ANSA) - CAGLIARI, 30 GEN - "Diamo lavoro bonificando il territorio", "Chi inquina deve pagare", "Blocchiamo gli inquinatori", "Tumori e morti non vanno in prescrizione", sono solo alcuni degli slogan urlati dagli appartenenti ad associazioni e movimenti di cittadini, fra loro anche ambientalisti e indipendentisti, che questa mattina hanno manifestato davanti al Palazzo di Giustizia di Cagliari con un sit-in di protesta mentre si svolgeva l'udienza del processo sulle bonifiche e la gestione dei rifiuti della Portovesme Srl, nel Sulcis.
    La notizia della possibile archiviazione ha velocemente surriscaldato gli animi dei manifestanti. "E' assurdo che stiano tentando di archiviare questo procedimento - ha evidenziato, col microfono in mano, Marco Mameli, dell'Associazione consumatori Sardegna - se chiudono questo processo bisogna che si aprano altri procedimenti. Dobbiamo ragionare con i nostri legali. Non è possibile che questa gente vada via. Bisogna bloccarla. Questo Tribunale si deve indignare, bisogna dire basta alle morti. Non c'è bonifica ambientale se non c'è una bonifica giudiziaria".
    Fa appello alle mamme e alle mogli del Sulcis Aurora Pigliapochi di Sardigna Natzione: "Si devono rendere conto che le nostre non sono proteste elettorali, stiamo denunciando un'anomalia. I primi ad esporsi devono essere gli amministratori locali che hanno il dovere di tutelare i cittadini, ma in questo momento c'è silenzio e i bambini continuano a morire. Le mamme sarde devono scendere in piazza con i bambini in braccio come hanno fatto a Napoli e a Taranto. Questa era chiamata l'isola dei centenari e si stanno cullando con questa frase, ma la realtà è che a causa dell'inquinamento muoiono i quarantenni, i cinquantenni e i bambini".
    Dura la posizione di Angelo Cremone, Sardegna Pulita, che ha anche polemizzato con un avvocato della Portovesme Srl al termine dell'udienza: "La sfido a denunciarmi per diffamazione in modo tale che in un processo possa dimostrare la verità su quanto sta accadendo ed è accaduto nel nostro territorio.
    Chiederò ai magistrati l'arresto di questi dirigenti responsabili dell'inquinamento e del disastro ambientale. Io vivo dove quello che si semina nasce avvelenato, non è possibile che la magistratura non intervenga. Le indagini fatte confermano che camminiamo su una terra avvelenata. A Portoscuso per costruire devi chiedere l'autorizzazione consegnando un'analisi dei terreni. La terra però è talmente inquinata da dover portare in discarica il primo cappello di circa 30 centimetri". (ANSA).
   

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