Sta scontando la pena in
affidamento in prova ai servizi sociali l'imprenditore Gianluca
Spina, difeso dall'avvocato Riccardo Floris, condannato per il
tentato omicidio di Salvatore Pontis che lui indicava come lo
strozzino responsabile del suo collasso finanziario.
Davanti al Gup, che riconobbe le attenuanti della
provocazione, gli furono inflitti sei anni, poi ridotti a cinque
in appello. Spina, che aveva una attività di noleggio
videogiochi, era disperato ed esasperato per quei prestiti e per
quelle somme restituite con un tasso altissimo. Il giorno del
tentativo di omicidio, il 12 aprile del 2010, l'imprenditore
doveva incontrare a Sanluri, nel negozio di ferramenta, Pontis
per cercare di trattare, ma i due iniziarono a litigare e, in
preda alla rabbia, Spina impugnò un'ascia colpendo ripetutamente
il rivale. Fu lui stesso a presentarsi in caserma dai
carabinieri per costituirsi e, allo stesso tempo, raccontare la
sua storia.
Un racconto che affidò anche a un lettera in cui chiese
perdono per quello che aveva fatto e allo stesso tempo lanciò un
appello a tutte le vittime di usura, esortandole a denunciare.
Le indagini del Gruppo della Fiamme gialle erano state già
avviate quando avvenne il fatto di sangue e adesso sono arrivate
alla conclusione con il sequestro dei beni dei due Pontis.
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