Pascoli semiselvatici e fondali marini in un mix di lana di pecora e posidonia. E' il cuore di Edimare-Edilana, l'isolante dell'omonima industria sarda. Si é aggiudicato il primo posto come miglior prodotto nella categoria coibenti naturali al "Premio Abitare Verde for Expo 2015 Agricoltura e Architettura insieme per nutrire il pianeta" promosso da Pentapolis, al Salone del Gusto-Terra Madre Slow Food al Lingotto di Torino.
Un altro riconoscimento per i prodotti sardi della bioedilizia made in Italy. Case sane e genuine, così come richiesto al cibo. L'isolante 'mare e monti' protegge gli edifici dal caldo e dal freddo. "Edimare-edilana - si legge nella motivazione del premio - offre, tra gli isolanti naturali, a parità di spessore, i migliori dati tecnici assoluti, nel risparmio energetico. A questo si aggiunge la resistenza del prodotto nel tempo, la tracciabilità totale delle materie prime, delle filiere, dei processi produttivi, la competitività economica, la custodia del territorio e della biodiversità".
Il pannello isolante composto al 100% da fibre naturali, Edilana pura lana vergine di pecora e Lana di Mare fibre di legno da posidonia spiaggiata, l'ha spuntata sugli oltre 100 isolanti naturali per il risparmio energetico, più presenti nel mercato europeo, valutati dalla giuria. "Produrre nuovi materiali che non impoveriscano il territorio e mantengano intatto il paesaggio, fa sperare in un futuro migliore per il nostro Paese. E in questo, la sinergia tra architettura e agricoltura, può molto", ha commentato l'architetto Costanza Pratesi del Fai, tra i componenti della giuria.
"Edimare - spiega l'imprenditrice del team Daniela Ducato, pluripremiata per la blue economy - nasce grazie ai suggerimenti e all'ispirazione ricevuti da diversi comuni costieri, con in testa la città di Alghero, insieme all'assessorato regionale all'Ambiente e la Conservatoria delle Coste. La posidonia spiaggiata è indice di mare sano e pulito ed evita l'erosione costiera. Noi - racconta la manager - utilizziamo solo la posidonia ascritta a rifiuto, che diventa tale quando il suo esubero nei litorali è così elevato da provocare alterazioni ambientali, igienico sanitarie.
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