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Critici: obesa per i troppi film .
(ANSA) - ROMA, 20 ott - Come giudicano critici e addetti ai lavori questa prima edizione di Cinema ' Festa Internazionale di Roma? Per tutti e' obesa, trimalcionica, bulimica.
E alla domanda se e' solo un festival mascherato da festa, il dubbio a piu' di qualcuno viene.
A loro replica il direttore Giorgio Gosetti, indicando possibili correttivi per l'anno prossimo.
''Attenti all'obesita''' dice Valerio Caprara critico de Il Mattino ''che e' la piu' tipica della malattie contemporanee''.
Per lui il menu' ''e' trimalcionico.
E' mille feste piu' un megafestival.
Insomma un'unione nel segno dell'esagerazione''.
A rimetterci sono ''sia i festaioli che i festivalieri''.
''La Festa ci sara' pure stata mai io non l'ho ancora vista.
Ho visto piuttosto un festival zoppicante'' spiega Lietta Tornabuoni de La Stampa.
''Per gli orari in contemporanea, si sono potuti vedere solo i film della Premiere.
E quelli del concorso? I film che avevano piu' bisogno di visibilita', non hanno avuto cosi' nessun supporto''.
Per Maurizio Porro del Corriere della Sera ''alla fine si dovrebbe scegliere cosa si vuole davvero fare.
Il risultato che ne e' uscito fuori e' un po' bulimico.
Se e' una festa, che bisogno c'e' dei film in concorso? Anche se devo dire che, essendo la prima edizione, e' andato tutto bene, a parte la sovrapposizione tra film della Premiere e film in concorso''.
''Una festa mascherata da festival.
Se vuole diventare anche un festival perche' tanta bulimia?'': cosi' la vede Maria Pia Fusco di Repubblica.
Che sia davvero una festa riuscita - continua - lo si e' visto pero' anche da ''quello che e' successo per il film di Luc Besson.
I bambini con la gioia negli occhi.
Tra questi anche ragazzini che non erano mai stati al cinema''.
Ribadisce Porro: ''prevalga la Festa e non si resti a meta' strada.
Ma una cosa e' certa le strutture dell'Auditorium sono migliori di quelle di Cannes e Venezia.
Allora perche' non concentrare tutto li' facendo tagli nell'offerta film?''.
La Festa e' un 'Feval' (ovvero un festival piu' una festa) per Natalino Buzzone del Secolo XIX.
''Se ci si voleva davvero distinguere da Cannes e Venezia ' sottolinea il critico - allora perche' non fare invece di 95 film solo cinque o sei proiezioni al giorno? Dare la possibilita' a tutti di vedere davvero qualcosa e puntare piu' su Via Veneto, sugli attori, sulle retrospettive''.
Pero' apprezza ''la composizione della giuria che potrebbe dare risultati interessanti''.
All'accusa, da parte di tutti gli addetti ai lavori, dell'elefantiaca offerta di film, replica il direttore Giorgio Gosetti: 'Sono davvero sorpreso che il tema sia questo, dopo mesi passati a stabilire se ci sono o meno abbastanza film d'interesse per servire tutti i festival.
E' ovvio che in una prima edizione, in cui disegnare tutti i percorsi possibili della Festa, abbiamo dato spazio alle potenzialita' del progetto.
E' naturale che andremo, nel tempo, verso un progressivo assestamento dell'offerta e una razionalizzazione dei percorsi.
Ma chiunque abbia frequentato in questi giorni la festa non puo' non aver visto la letterale esplosione di pubblico, la curiosita', la vitalita' che si e' aggregata intorno al programma artistico.
Per il resto, i film a disposizione, anche grazie ai nostri criteri di selezione, erano piu' che sufficienti a garantire l'interesse del pubblico e degli addetti ai lavori'.
Sul tema delle sovrapposizioni di orari 'ci sara' giustamente da lavorare ' prosegue Gosetti ' anche se e' vero che la maggior parte dei giornali ha seguito la Festa con una eccezionale presenza di inviati e che la maggior parte dei pareri conforta le nostre scelte.
L'auditorium e' comunque una struttura formidabile che potremo sfruttare al meglio anche grazie alle esperienze accumulate'.
Comunque il bilancio della festa e' positivo, secondo Gosetti, anche considerato che 'e' una manifestazione dal volto nuovo, al suo primo anno.
Non basta fare il calcolo dei biglietti venduti (per ora circa 50.000 solo all'auditorium a cui vanno aggiunti quelli degli accreditati e quelli di tutte le manifestazioni cittadine, davvero seguitissime).
Conta soprattutto vedere quale e' stato il coinvolgimento del pubblico e qui possiamo dire di aver superato in pieno ogni esame'.
E poi, tornando all'antica polemica suscitata da Marco Muller, direttore del festival di Venezia, che parlo' della selezione della Festa di Roma fatta con gli scarti del suo festival (tra l'altro ci sarebbero quelli di Ando', Mira Nair e Iosseliani, Ndr), Gosetti conclude: 'Credo che questo problema non ci sia stato.
Hanno contato in molti casi altre valutazioni.
Il gusto differente, magari, o i diversi criteri di selezione.
In diverse scelte noi abbiamo potuto considerare opere che non potevano essere scelte da Venezia, dedicata solo alle prime mondiali.
Infine ci sono film del nostro programma che non erano pronti alle date di Venezia.
Ma francamente mi pare una storia da lasciare alle spalle'.
(ANSA)
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