(ANSA) - ROMA, 17 ott - Alla fine si guarisce, anche
dall'amore se questo diventa una forma di malattia: e' un
po' questo il senso di ''Cages'', film in concorso alla
mostra internazionale del cinema di Roma diretto da Olivier
Masset Depasse. Un grande amore subisce una svolta
imprevista dopo un incidente dal quale Eve, la protagonista
femminile, fatica a riprendersi e, in seguito al quale,
quasi perde l'uso della parola. Lui, Damien, non accetta
questa nuova e dolorosa situazione e sostanzialmente non
riconosce nella creatura silenziosa la donna che ha amato un
tempo, anzi come lui stesso dice, ''il sole che ha
illuminato la mia vita''. La tradisce ma Eve non si arrende
all'evidenza e per tentare di ricostruire il rapporto,il suo
sogno d'amore totalitario e totalizzante, addirittura
rapisce Damien, tenendolo prigioniero in casa sua. Damien
accetta questa nuova situazione pur di vedere la sua donna
guarire e poterla lasciare senza troppi sensi di colpi. Eve
guarisce e alla fine comunica al suo uomo di avercela fatta
grazie a lui ma, gli dice, ''mi hai guarito anche da te''.
Un film particolare anche se non del tutto originale con i
suoi sfondi sul mare, la solitudine degli amanti, il dolore
della perdita. E che sfiora il surreale con le scene tratte
dall' insolito bar di Eve e Damien chiamato ''Zoo'' dove si
svolge un concorso per interpreti di versi degli animali.
Concorso e sfida anche metaforica per Eve che dovra'
cavarsela da sola nell'organizzazione del concorso mentre il
suo uomo la guarda da dietro le quinte. Lei ce la fa ma
perde Damien. Un finale abbastanza scontato e, nonostante le
scene erotiche con un nudo integrale maschile, il film
sembra scivolare verso la retorica. E, addirittura, come
hanno fatto notare alcuni dei presenti in sala, a tratti
ricorda involontariamente due classici americani come
''Attrazione fatale'' e ''Misery non deve morire''.(ANSA).