ECCO 'CAGES', TRA 'MISERY' E ANTONIONI / ANSA IL REGISTA
BELGA: RACCONTO UN AMORE SENZA PAROLE (ANSA) - ROMA, 18 OTT
- L'angoscia della separazione, la fine di una coppia e la
guarigione fisica ed esistenziale ma soprattutto una
domanda: cosa accade in un rapporto quando scompare
completamente la comunicazione? A questa domanda tenta di
rispondere il regista belga Olivier Masset Depasse con il
suo 'Cages' presentato in concorso alla Festa del cinema di
Roma. Lo ha spiegato lui stesso alla conferenza stampa, il
giorno dopo la proiezione. Capelli spettinati e vagamente
punk, giubbotto di pelle nera e' arrivato accompagnato da
tutto il suo gruppo di lavoro, l' eterea attrice Anne
Coesens e il bel tenebroso Sagamore Stevenin. Il film
racconta una storia d'amore che si incaglia quando Eve, la
protagonista, subisce un devastante incidente stradale e
perde quasi totalmente l'uso della parola. E' anche la
storia di un rapimento che immediatamente fa venire in mente
il film di Rob Reiner tratto dal romanzo di Stephen King
'Misery non deve morire' con l'attore che recita legato a un
letto e imbavagliato su una sedia a rotelle. Un lavoro
ambizioso, almeno a sentire i protagonisti. ''Il mio film |
spiega | descrive una serie di errori, alcuni molto gravi,
che si possono commettere come fa Eve nel rapporto con il
suo uomo. Ma malgrado tutto lei mantiene intatta la sua
integrita'''. La coppia possiede un bar singolare chiamato
'Zoo' dove si svolge un curioso concorso di interpreti di
versi di animali e sul finire della pellicola sfilano i
partecipanti con grandi maschere. ''Il concorso di animali |
prosegue Masset Depasse | e' un invenzione della mia mente
malata...Scherzi a parte e' una metafora per meglio
comprendere lei, Eve, che ha un lato istintivo, quasi
animale quando scatena la sua energia, la sua infinita
voglia di vivere ma anche in quel grido pure silenzioso che
attraversa tutto il film''. ''E' stato molto difficile
costruire questo personaggio | dice Anne Coesens | e se mi
chiedete se avrei potuto fare cio' che fa Eve risponderei di
si'. Ma per quello che mi riguarda, meno le caratteristiche
e la personalita' di un personaggio mi appartengono e
maggiormente sviluppo la mia interpretazione''. Comunque per
lei e' stata un'esperienza liberatoria anche per questa
forza che accompagna Eve: nella vicenda lei riuscira' a fare
quello che il suo uomo le chiede, ritrovando le parole per
dirgli che e' guarita: ma anche da lui. Entrambi gli
interpreti hanno espresso una difficolta' di recitazione
legata alla limitazione della fisicita'. Eve riesce ad
emettere pochi e disarticolati suoni, lui invece e'
costretto alla quasi immobilita'. ''E' stato complicato |
ammette Sagamore - perche' io mi esprimo moltissimo
attraverso il mio corpo. Ma sono rimasto affascinato
dall'evoluzione che ho seguito. Ho lavorato per tentare di
unire la parte personale contenuta nella sceneggiatura a
quello che il regista intendeva realmente ottenere. Insomma,
un po' come affrontare una curva stretta, tutti lo sanno che
bisogna accelerare per non perdere l'aderenza al terreno''.
''Mi sono sentito | prosegue l'attore | come un topo,
oggetto di un esperimento''. Ma, alla fine, ne e' valsa la
pena e pensa di aver ben rappresentato quella incomprensione
tutta maschile per l'universo femminile e quel meccanismo
classico che scatta quando si soffoca d'amore una persona
fino a ingabbiarla. ''Io | conclude | dovevo rendere quel
sentimento tipico dei bambini in preda a una crisi di
collera, quando non capiscono cosa accade intorno a loro''.
E, infine, un apprezzamento per il modo di recitare, vivo e
intenso, degli attori italiani: ''Per questo ho deciso di
imparare l'italiano e mi piacerebbe sapere se fra di voi
c'e' un professore disponibile, anzi una professoressa che
si offre volontaria (ANSA)