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Pasotti: impossibile crescere senza padre.
(ANSA) - ROMA, 17 ott -(di Massimo Sebastiani)- Lui e' un figlio "molto fortunato", cui e' stato permesso di crescere, allontanarsi da casa a 19 anni senza mai piu' tornare, ma sempre col sostegno della famiglia, e per questo capisce quanto sia importante un film che parla "dell' impossibilita' di crescere senza un padre".
Giorgio Pasotti, ex campione di arti marziali e attore di film di kung fu, protagonista del cinema di Muccino (da Ecco fatto all' Ultimo bacio) e di Distretto di polizia (era l'ispettore Libero fidanzato di Claudia Pandolfi), tre film in uscita e uno in lavorazione, parla dell' 'Aria salata', primo film italiano in concorso alla Festa di Roma e anche prima vera rivelazione della competizione.
"Quando ho letto le 30 pagine di soggetto, senza i dialoghi - dice Pasotti - avevo gia' capito che, nonostante le apparenze, il rapporto padre-figlio, il carcere ecc, non si trattava di una storia banale né di un film retorico.
E l'ho scelto subito per questo.
Io sono un figlio unico felicissimo, ma capisco Fabio, il mio personaggio, che verso il padre ha piu' di un sentimento, come e' normale che sia: oscilla tra la rabbia e il bisogno di recuperare il rapporto.
Forse la frase chiave del film e' proprio sua, quando dice alla fidanzata, che non puo' capire: 'Come si fa a crescere senza mai essere presi in braccio?'.
Gia', come si fa? Me lo chiedo anche io.
Io penso che il padre sia anche quella mano che ti sorregge, ti aiuta e ti accompagna e Fabio ha, da vent' anni, la necessita di 'essere figlio'.
E tutti questi sentimenti implodono perché non li puo' esternare".
Secondo Pasotti, al di la' dell'esempio estremo rappresentato nel film, "i figli tendono sempre da giovani ad attribuire qualche colpa ai genitori, salvo poi capire molto spesso, da adulti, che si trattava di pregiudizi tipici di quando si e' giovani.
Da figlio fortunato dedico il film ai ragazzi piu' sfortunati che non hanno potuto godere di un rapporto felice col proprio padre".
Pasotti e' anche felice che "un film cosi', non banale e su un tema tanto importante, sia in concorso ad una festa popolare come questa, dove saremo giudicati da un gruppo di persone comuni".
Quanto ad Angelini, il giovane regista esordiente, ex documentarista e volontario nel carcere di Rebibbia a Roma, sottolinea la prospettiva del film, "che e' sulla famiglia, su chi, parente di un carcerato, 'sconta' un altro tipo di pena stando fuori.
E in questa situazione, il figlio diventa 'l'educatore del padré".
'L'aria salata', prodotto da Bianca Film e distribuito da 01, non ha avuto alcun finanziamento e il ministero della giustizia gli nego' anche la possibilita' di girare a Rebibbia ("nonostante il 'si'' del direttore - dice il regista - che e' persona eccezionale").
Strappato da Roma a Venezia (doveva andare alla Settimana della critica, ma la produzione ha preferito aspettare), uscira' il 5 gennaio del prossimo anno.
Pasotti intanto, in attesa dell' uscita di questo film e di altri due, 'Quale amore' di Sciarra, gia' visto a Locarno e in arrivo a novembre, e 'Le rose del deserto' di Mario Monicelli, a dicembre, si e' rituffato su un set: "ma stavolta e' una commedia, ne avevo bisogno.
Con Stefania Rocca interpretiamo una coppia che si sta separando per 'Voce del verbo amare' di Andrea Manni (gia' autore del Fuggiasco): ma tranquilli, e' una cosa leggera".
(ANSA).
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