(ANSA) - ROMA, 17 ott - (di Francesco Gallo) La faccia di
pietra, da vero yakuza di una leggenda del cinema giapponese
come Takakura Ken non sembra la piu' adatta a dar voce ai
sentimenti. Ma nel ruolo di Tarata Gou-ichi, silenzioso
pescatore alle prese con un viaggio inaspettato, quel viso e'
perfetto per raccontare il pudore di un uomo puro, semplice e
comunque impreparato a fare i conti con la sua stessa
paternita'. E' lui il protagonista di MILLE MIGLIA LONTANTO
di Zhang Yimou (Le lanterne rosse), che passa oggi alla Festa
di Roma nella sezione Extra (nelle sale italiane dal 10
novembre distribuito da Mikado). Il viaggio di Tarata inizia
quando lascia il suo tranquillo villaggio di pescatori e
prende per la prima volta il treno super-veloce in direzione
di Tokyo. La nuora Rie (Terajima Shinobu) lo ha infatti
chiamato perche' suo figlio Ken-ichi (Nakai Kiichi) e'
gravemente malato di cancro. Arrivato all'ospedale Ken-ichi
non vuole pero' vedere il padre con cui non ha piu' rapporti
da tempo. Ma una videocassetta, girata dal figlio in Cina,
aiutera' il pescatore a capire chi e' diventato davvero
Ken-ichi. Un filmato, quello del figlio, su alcune
rappresentazioni di un antico tipo di dramma cinese da lui
ripreso un anno prima con la telecamera con protagonista il
famoso attore cantante Li Jamin. Impossibilitato di
incontrare il figlio Tarata pensa bene di partire per la Cina
per incontrare l'attore Jamin che l'anno precedente aveva
promesso al figlio di cantare per lui la leggendaria canzone
Il viaggio solitario mille miglia lontano tratta dal classico
della letteratura giapponese Il romanzo dei tre regni. Per il
pescatore, con la morte nel cuore, e' l'unico modo per fare
un omaggio al figlio sperando di poter, prima girare la
rappresentazione, e poi potergliela mostrare prima della sua
morte. Ma il viaggio di questo silenzioso giapponese in una
Cina piena di suggestioni e tra improvvisati interpreti per
decodificare una lingua a lui estranea sara' per lui una vera
odissea emozionale. In questo paese che lui puo' solo
interpretare scoprira' un popolo ancora capace di gentilezza
e di esprimere anche quei sentimenti come lui non riesce a
fare. Tra mille impedimenti l'uomo mostrera' tutta la sua
caparbieta' nel raggiungere il suo obiettivo (proprio come Il
romanzo dei tre regni dove il potente generale Guan Yu
rifiuta titoli e ricchezze per cavalcare per migliaia di
chilometri per aiutare un amico). Quando scopre che l|attore
Jamin e' in cella per un piccolo reato non manchera', da uomo
che ha scoperto solo tardi la paternita', di cercare di
portare al detenuto in cella suo figlio di otto anni che non
ha mai visto. Anzi con il bambino si leghera' di un affetto
straordinario proiettando su di lui quei sentimenti che erano
mancati al figlio. Zhang, regista di film di azione come Hero
e La foresta dei pugnali volanti, ha definito questo suo
lavoro una storia di rapporti umani. (ANSA)