(ANSA) - ROMA, 16 ott - (di Massimo Sebastiani) - Un padre e
un figlio, la colpa e la redenzione, la famiglia e
l'impossibilita' di una 'seconda volta': non ha scelto temi
leggeri per il suo esordio nel lungometraggio il trentenne
Alessandro Angelini che affronta, primo tra gli italiani, il
concorso della Festa di Roma con 'L'aria salata'. Ex
volontario nel carcere di Rebibbia, documentarista con
quattro titoli all' attivo, Angelini mette in scena
l'incontro, drammatico e intenso, tra un giovane educatore
carcerario, Fabio (Giorgio Pasotti) e il padre, trasferito
nella prigione dove lavora il figlio dopo aver gia' scontato
vent'anni di una condanna a trenta per omicidio. Dopo l'
arresto, l' uomo, Luigi Sparti (Giorgio Colangeli), e la sua
famiglia (una moglie, che poi morira', il figlio Fabio e la
figlia Cristina) non si sono piu' visti. L'incontro casuale
(ma quanto e' casuale la scelta professionale del laureato
Fabio?), e' l' occasione per una non scontata resa dei
conti: qualcosa a meta' tra il gioco del gatto col topo (in
prigione e' il figlio che controlla ed educa il padre), il
tentativo di recuperare il tempo perduto, la seduta
psicanalitica. Il figlio rimprovera al padre di aver
abbandonato la famiglia (''non hai mai risposto alle
lettere''), la replica di Luigi e' speculare (''e che ve
dovevo cerca' io?''). Fabio vorrebbe sapere come puo' un
padre ignorare i propri figli, Luigi gli ricorda i suoi 100
milioni di lire che la famiglia ha utilizzato per poter
continuare a vivere. Servito da due attori in forma
perfetta, il giovane e teso Pasotti e il tostissimo
Colangeli dallo sguardo di ghiaccio, Angelini costruisce un
ritratto toccante e credibile su un tema non facile e
dimostra almeno due cose: che la crisi del cinema italiano
si smentisce solo con i fatti (le idee, le storie, gli
attori) e che alla Festa di Roma non c'e' solo il glamour di
Nicole Kidman e Leonardo di Caprio. Con pochi tocchi
essenziali il regista ci porta subito nell' universo di
Fabio, esibisce dialoghi veri e, quando in genere i film
tendono sgonfiarsi, piu' o meno a due terzi della vicenda,
da' vita ad un finale in crescendo che conquista l'
attenzione dello spettatore. Senza contare l'abilita' nella
scelta del cast: Cristina e' Michela Cescon, gia' vista in
Primo amore di Garrone, ma anche Katy Saunders, la fidanzata
di Fabio, suo padre, Simone Colombari, il fratello di Luigi,
Paolo De Vita, sono tutti intonati. E sono volti che si
dividono con disinvoltura e qualita' tra cinema e buona tv.
Infine, particolare non insignificante, la misura aurea del
film: meno di 90 minuti di durata. Sara' interessante vedere
come i 50 giurati popolari valuteranno 'L'aria salata'
mentre gli spettatori dovranno aspettare il 5 gennaio 2007,
quando 01 Distribution lo portera' nelle sale italiane.
(ANSA).