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Mira Nair: noi indiane piu' forti di voi.
(ANSA) - ROMA, 16 ott -(di Candida Curzi)- E' vero in India ci sono ancora i matrimoni combinati, nella realta' come nel suo 'The Namesake', presentato in prima mondiale alla Festa di Roma, ma Mira Nair regista mietitrice di premi a Venezia come a Cannes, negli Usa come nella sua Bollywood, non si sente una donna oppressa neanche un po' e anzi rilancia: ''Noi indiane siamo cresciute con immagini di donna molto forti, abbiamo avuta una donna primo ministro per dieci anni! Forse puo' sembrare paradossale, ma da noi le donne hanno molte piu' opportunita' che da voi in Occidente.
Da noi ci sono piu' registe, siamo molto piu' presenti in ruoli dirigenti in tutti i media''.
Quanto ai matrimoni combinati, spiega: ''non dobbiamo vederli con occhi occidentali.
Le ragazze possono rifiutare il candidato che i genitori le propongono''.
Poi la Nair lascia di stucco la platea affermando con un sorriso sexy ''mi affascina il risvolto erotico di sposare uno sconosciuto''.
Mise etnica (fuseau bianchi, tunica avorio e sopra un'altra tunica coloratissima), al fianco la sua sceneggiatrice ed amica Sooni Taraporevala e la protagonista del film Tabu (''un vera star, non puo' uscire in strada senza essere circondata da una folla'' assicura la regista e Google conferma), Mira Nair e' un fiume in piena: spiega come e' nato il film (''ho letto il romanzo di Jhumpa Lahiri in aereo mentre tornavo dal funerale di una persona a me molto cara che avevamo seppellito in un paese che non era il suo.
Anche per questo mi sono sentita molto toccata da una storia che era vicina a cio' che provavo in quel momento''), dice che ''la letteratura del Commowealth e' piena di spunti, un vassoio d'argento di storie per noi registi'', racconta come anche lei abbia vissuto sia in India che a New York e come conosca quel sentirsi spaesata di chi da una cultura passa a vivere in un'altra (''mentre cuocevo hot dog un 4 luglio mi chiedevo cosa stavo facendo, chi ero'').
Ad una domanda su cosa pensi dei recenti casi di cronaca che hanno visto una hostess punita perche' portava il crocefisso al collo o una maestra allontanata perche' indossava il chador, Mira Nair risponde di non capire questi divieti.
''Tutto dipende dagli occhi con cui si guarda il mondo -dice-.
Io insegno alla Columbia University ed in aula mi arrivano studenti seminudi, con una fascetta al posto della gonna, pance in mostra, piercing ovunque.
E' molto lontano dalla mia cultura, ma lo accetto.
Anche voi occidentali dovete capire che la diversita' e' ricchezza''.
E poi, da donna a donna alla giornalista che ha difronte, chiede:''sicure che la cultura occidentale che impone donne sempre piu' spogliate ed in offerta sia meglio di quella che vuole le donne velate?'' ''L'India e' un paese in grande fermento -dice Mira Nair-.
La fuga dei cervelli c'era negli anni '70, oggi i giovani magari vanno a studiare in Occidente, ma poi tornano a lavorare a casa, hanno piu' opportunita'''.
Quanto a Bollywood, Mira Nair risponde piccata: ''il cinema indiano e' il piu' grande del mondo da 100 anni, e' solo l'occidente che se ne e' accorto solo di recente''.
(ANSA).
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