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La famiglia in crisi anche in Malesia.
LA FAMIGLIA IN CRISI ANCHE IN MALESIA / ANSA PRESENTATO IN CONCORSO 'AFTTER THIS OUR EXILE' (ANSA) - ROMA 16 OTT -(di Francesca Pierleoni)- Ci ha messo 17 anni Patrick Tam, uno dei maestri della New Wave di Hong Kong, per tornare alla regia con il dramma familiare 'After This Our Exile' presentato oggi in concorso alla Festa di Roma.
L'attesa comunque ha pagato, a giudicare anche dalle reazioni molto positive dei giornalisti, che, dopo la proiezione, lo hanno accolto in conferenza stampa con un applauso.
Al centro della storia c'e' la lenta ma inarrestabile dissoluzione di una famiglia malese, innestata dalla fuga di Lin (Charlie Young), dal compagno Shing (un'intenso Aaron Kwok), appassionato ma scommettitore perditempo e rissoso, e il figlio di otto anni, Lok Yun (Gouw Ian Iskandar), che i genitori per tutto il film chiamano semplicemente 'boy' (ragazzo).
Il bambino che vive in adorazione del padre e' pero' costretto a crescere in fretta confrontandosi con le debolezze e gli egoismi dell'uomo.
Dopo aver tentato invano di trattenere la compagna, che delusa e stanca di una vita piena di problemi e debiti, si e' innamorata di un altro (sempre interpretato da Kwok), Shing perde anche il lavoro di cuoco ed e' costretto a scappare insieme al figlio per salvarsi dagli strozzini.
Rifugiatosi in albergo di terza categoria, Shing si lega a una prostituta (Kelly Lin) e ne diventa il 'partner d'affari'.
Venuto a sapere che la compagna nel frattempo si e' risposata, l'uomo pensa di abbandonare Luk Yen, restituendolo alla madre (che ha tentato di convincere il bambino ad andare a vivere con lei) per rifarsi una vita all'estero, ma la situazione precipita.
Gli strozzini lo trovano, lo pestano e gli tologono tutto quello che ha.
L'unica soluzione che trova l'ex cuoco e' convincere il figlio ad introdursi nelle case degli altri per rubare.
Uno dei colpi' pero' va storto...
''In cinese il film si intitola 'Fu zi', cioe' ' padre-figlio', per indicare un legame eterno che nel film diventa ancora piu' forte, ma anche il titolo internazionale 'After this our exile' riflette l'anima della storia | spiega il regista - .
Volevo raccontare la dissoluzione di una famiglia, un evento sempre piu' comune e drammatico nella societa' di oggi, e il modo in cui la poverta', la mancanza di una direzione, le scelte sbagliate, il senso di abbandono, portano i personaggi in una sorta di stato di esilio all'interno di quel viaggio che rappresenta la vita''.
La storia scorre in ambienti che riflettono lo stato d'animo dei personaggi, dalla casa umile della famiglia all'inizio del film, alla stanza d'albergo lurida e claustrofobica in cui padre e figlio si rifugiano, ma anche la casa borghese e ordinata in cui Ling si e' ricostruita una vita.
In due ore e mezzo di film, il dramma si dipana in un montaggio che scandisce con ritmo la storia e alterna la colonna sonora originale di Robert Ellis Geiger alle note di Tchaikovsky.
Come mai ci sono voluti 17 anni per il suo ritorno alla regia? ''Ho aspettato per poter realizzare un film con un significato profondo, non volevo dirigere qualcosa di mediocre, che non avesse significato nulla per il pubblico.
Spero di poter contribuire a superare una certa crisi di idee e di talenti che sta vivendo in questo momento il cinema di Hong Kong''.
Negli anni in cui non ha diretto film, il regista ha curato il montaggio per pellicole come 'Ashes of Time' di Wong Kar-Wai e 'Election' di Johnny To, e ha insegnato cinematografia in Malesia e a Hong Kong.
Proprio dalla collaborazione con uno dei suoi studenti, Tian Koi Leong, che aveva frequentato un suo corso organizzato da una casa di produzione in Malesia nel 1996, e' nata la sceneggiatura del film.
Tam definisce un colpo di fortuna aver trovato per la parte del bambino il bravissimo Gouw Ian Iskandar (che in conferenza stampa ha avuto una piccola crisi di pianto ed e' corso fra le braccia della mamma) per interpretare il personaggio di Lok Yun ''che e' un testimone passivo di questa tragedia familiare''.
Fondamentale e' stata anche l'intesa fra Aaron Kwok e il piccolo protagonista: ''Ho costruito con lui un rapporto poco a poco: abbiamo parlato, ho condiviso le sue passioni, giocando con lui a calcio e con la playstation, e' un metodo che ha funzionato''.
(ANSA)
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