Julien e Judith: spregiudicati, ambiziosi e, loro malgrado,
innamorati, sullo sfondo dell'ambiente editoriale parigino,
tanto elitario quanto pettegolo. Sono i protagonisti di 'Les
Ambitieux' ('Ambitious'), la commedia di Catherine Corsini
con Karin Viard e Eric Caravaca, presentata oggi fuori
concorso alla Festa Internazionale del Cinema di Roma. La
vicenda prende il via dalla scoperta di una verita'
insospettata e da un incontro per caso. Judith (Karin
Viard), spietata editor di una grande casa editrice, legata,
piu' per noia che per vera passione al famoso conduttore di
una trasmissione televisiva (Jaques Weber), scopre che il
padre, che ha abbandonato la famiglia quando lei aveva due
anni, era andato negli anni '70 a combattere per la
rivoluzione in America Latina e che la' era morto. Tutto
quello che le rimane di lui e' una scatola di ferro, piena
di ritagli, foto e un diario, in cui l'uomo si racconta.
Nella stessa scioccante mattinata, Judith incontra Julien
(Eric Caravaca), romanziere al primo libro, che,
raccomandato da un amico, ottiene con la potente editor un
appuntamento. Judith, che non perde tempo negli affari come
nella vita lo seduce, e lo porta a casa sua dove Julien
scopre la strana storia del padre della sua amante fugace.
D'istinto e pur con qualche rimorso (non poi troppi in
fondo...), decide di raccontare quella vicenda in un libro.
Quando Judith scopre le intenzioni di Julien, cerca di
fermarlo, ma e' troppo tardi. Il romanzo arriva lo stesso ad
essere pubblicato. La donna, ferita, ha gia' pronta pero'
una spietata vendetta verso l'uomo di cui, fra un incontro
fugace e l'altro, si e' innamorata... ''Penso che in ogni
storia d'amore ci sia sempre il fantasma del tradimento. Qui
diventa concreto e li fa perdere | spiega Catherine Corsini
| Julien e Judith, combattono per il loro posto nella
societa'. Lei vuole mantenere il ruolo che occupa mentre lui
tenta di conquistarsene uno suo. E' una lotta che coinvolge
tutti, anche se per le donne, e' un percorso che resta piu'
faticoso''. In una storia di bugie, ripensamenti, rimorsi e
sentimenti violenti, orchestrati con il ritmo di una
commedia acre e profonda, giocano una parte importante anche
il fantasma del padre di Judith, che ingombrante e
rivelatore, aleggia per tutto il film; la madre, che ha
preferito mentire a Judith pur di ferire la memoria
dell'uomo che l'ha tradita, e Simon (Gilles Cohen), un
barbone un po' folle, ex attore ed ex compagno di scuola di
Julien, che nell'amico, trova un appoggio per ricominciare.
Come mai ha scelto di raccontare una vicenda cosi' complessa
con la chiave della commedia? ''Perche' a me piace divertire
il pubblico, anche ispirandomi alla commedie americane che
amo (nel finale c'e' un omaggio a 'Colazione da Tiffany') |
risponde Corsini | ma allo stesso tempo tempo non volevo
fare un film facile, volevo che la storia avesse uno
sviluppo profondo. Questa e' una commedia ma con tanti
registri diversi, anche quello un po' scostumato
rappresentato da Simon. Sono convinta che anche con la
leggerezza si possa toccare il cuore degli spettatori''. Nel
gioco della parti, quello di Judith e' un personaggio che
spicca, soprattutto nella prima parte del film per la sua
durezza: ''La mia intenzione era descrivere una donna un po'
mostruosa, votata alla sua ambizione, anche se il piu'
ambizioso di tutti alla fine e' il padre scomparso che
lottava per il cambiamento del mondo | spiega la cineasta,
qui al suo settimo film - . Volevo che i personaggi intorno
alla protagonista fossero tutti piu' idealisti di lei e che
in qualche modo la aiutassero a prendere coscienza del suo
lato oscuro''. Eric Caravaca invece per raccontare i dubbi e
i tic di uno scrittore agli esordi si e' rifatto ad alcuni
amici, giovani autori: ''Il mio e' un personaggio ambizioso
ma non arrivista | spiega Caravaca, che al mestiere di
attore alterna quelli di sceneggiatore e regista | Julien ha
anche dei lati fragili, una parte femminile, che Catherine
e' riuscita a tirarmi fuori''. Per Caravaca e' raro trovare
una regista come la Corsini che metta al centro il lavoro
dell'attore: ''Oggi nel cinema l'aspetto tecnologico e'
sempre piu' importante ma toglie liberta' al nostro ruolo.
Catherine invece e'`diversa. Prima con la sceneggiatura e
gradualmente, durante le riprese, ci indica la direzione che
vuole prendano i personaggi, ci dice cosa vorrebbe. E' come
se tutti i ruoli costituissero un unico personaggio che lei
conosce bene. Poi, sul set ci lascia andare, ci fa provare
vari registri, per ottenere da noi la cosa giusta''. (ANSA)
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