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Bellucci: che bello fare baronessa mignotta.
''Che bello fare una baronessa godereccia e un po' mignotta''.
A Monica Bellucci, star della seconda giornata della Festa di Roma e protagonista di 'N.
Io e Napoleone', non manca certo l'umorismo.
E che Fiorello la prenda in giro nel suo programma imitandola nel suo dialetto umbro gli importa poco.
''Non ho mai ascoltato l 'imitazione di Fiorello, ma saro' sua ospite alla radio per fare qualcosa con lui''.
In una conferenza stampa strapiena iniziata subito dopo l'applaudita proiezione del film passato nella sezione Premiere, da Virzi' la consapevolezza che il suo lavoro e' anomalo in quanto a genere: ''E' davvero difficile descrivere questo film solo come una commedia - dice - L'ho definito, in tempi diversi, in vari modi: appunto commedia, fiaba nera e apologo filosofico.
In Martino c'e' tutta l'esaltazione giovanile che io avevo al liceo cosi' ho cambiato il cognome di Martino in Papucci, (il film e' liberamente tratto da 'N' romanzo Ernesto Ferrero) un mio compagno di scuola anche lui animato da tanto idealismo.
'N.
Io e Napoleone' che sara' nelle sale da oggi distribuito da Medusa in 400 copie comunque per il regista toscano e' anche un film sulla tirannia ''sul fatto che l'uomo di potere riesce a suscitare grande fascino sulle moltitudini.
Tema questo molto contemporaneo.''.
La baronessa Emilia, interpretata dalla Bellucci, non e' certo nel film cosi' aristocratica ne' per modi ne' per la sua parlata dialettale: qui - dice la Bellucci - piu' che la parlata umbra quella imitata nel programma di Fiorello, parlo castellano.
Una cosa che mi ha divertito molto.
Comunque per il personaggio della baronessa mi sono ispirata alla Sandrelli a quella sua sensualita' mista a innocenza.
E ancora sul programma di Fiorello: ''Non e' vero che mio marito (Vincent Cassell) e' cosi' collerico come viene descritto.
Almeno nella vita vera non lo e' sempre...''.
In conferenza stampa anche una polemica a sfondo politico sulla possibilita' che il personaggio di Napoleone, odiato a morte dal giovane idealista Martino, possa ricordare nella vita quello di Berlusconi.
Un paradosso, visto che il film e' prodotto dalla Medusa (societa' del gruppo Mediaset a maggioranza di proprieta' della famiglia dell'ex presidente del Consiglio).
Gian Paolo Letta, amministratore delegato di Medusa, ha sottolineato nel suo intervento come questo sia ancora una volta una riprova della liberta' che si respira nelle aziende Mediaset.
Infine dalla Bellucci ancora una difesa della neonata Festa di Roma e delle polemiche tra questa nuova iniziativa e il Festival di Venezia: ''Roma secondo me e' un bel messaggio per il cinema e per il pubblico.
Veltroni e' un uomo che ama la cultura.
Non c'e' un problema che in Italia ci siano due Festival.
Anzi cosi' il nostro paese potra' essere un riferimento per tutto il cinema essendo in qualche modo la culla di questa arte''.
(ANSA)
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