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Iosseliani: senza potere vita e' piu' bella.
Lezione di cinema in grande stile ma anche una lezione sulla vita e sul potere ribaltando completamente la famosa frase di Giulio Andreotti, ''Il potere logora chi non ce l'ha'': Otar Iosseliani e' un vero fiume in piena nella conferenza stampa seguita, oggi alla Festa internazionale del cinema di Roma, al suo bellissimo film ''Giardini in autunno''.
Affiancato dal suo grande amico Michel Piccoli, che nel film recita la parte di una simpatica vecchietta, insiste sull'aridita' del potere, una sorta di malattia dalla quale tuttavia si puo' guarire.
Il mondo - secondo il regista - e' pieno di schiavi e a Berlusconi, sconfitto alle elezioni politiche, manda a dire: ''io, se fossi in lui, farei il giardiniere, ma tanto so che non lo fara'''.
Bordate indirizzate anche a Chirac e Putin.
''Aver dato la legione d'onore a Putin e' una vergogna'', dice ma, nonostante le parole forti, il film e' invece una favola ironica e tenera che narra la caduta di un politico e la sua riscoperta della vita, dei legami d'amore e d'amicizia, del gusto per le piccole cose, la chitarra, il vino e una corsa sui pattini.
''Ciao colleghi!'', cosi' Iosseliani saluta i giornalisti e subito affronta il capitolo di Michel Piccoli e del ruolo che interpreta, quello dell'anziana madre del protagonista Vincent.
''Non e' Piccoli - scherza - a recitare nel film ma solo una vecchia signora...voglio dire che Michel e' un mio grande amico e in questa occasione ha indossato una maschera riprendendo una tradizione che risale ai tempi degli antichi greci''.
La maschera dunque come strumento dell'attore per sentirsi piu' libero.
''Spesso - gli fa eco Piccoli - gli attori professionisti fanno cliche'.
Personalmente vorrei essere anticliche' e aspiro a recitare la parte dell'uomo invisibile''.
Michel Piccoli e' la mamma anticonformista di un ministro finito in disgrazia ricalcando la parabola del re vagabondo, un riferimento esplicito alla celebre novella di Mark Twain, ''il principe e il povero''.
''Una volta ricorda Iosseliani - i potenti si mescolavano alla gente per vedere da vicino il loro popolo.
La cosa piu' bella e' scendere dal piedistallo e andare nella strada per combattere la malattia dell'onnipotenza, per accorgersi finalmente di quanto la vita sia ricca.
Tu puoi cadere ma tutti sono li' pronti e ti aspettano senza mai dirti che sei un disgraziato''.
Questo e' il messaggio del film dove quasi tutti gli attori sono amici del regista: ''ognuno di loro, anche se recita una parte minore, e' un tassello importante senza il quale non si potrebbe comporre il puzzle finale.
Il produttore mi dice che cerco solo nella mia rubrica e in effetti e' li' che trovo tutto quello che voglio.
Anche Federico Fellini adorava Marcello Mastroianni, faceva addirittura dei film su Marcello.
Poi lo ha scelto per 'Ginger e Fred' e ha dovuto convincere Mastroianni a diradarsi i capelli e ad apparire piu' vecchio.
Marcello era talmente bello...eppure lo ha fatto anche se ha sofferto moltissimo.
Ma erano amici e questo spiega tante cose''.
Un film con una umanita' varia, allegra, rumorosa, colorata, girato interamente a Parigi dove, nello spicchio di realta' che il protagonista riscopre, si respira un clima multietnico, senza barriere ma fatto di solidarieta' e di ricche bevute a suggello di ogni rapporto.
Anche gli animali hanno un ruolo importante, usati come ornamento dei luoghi di potere, ingabbiati e imprigionati.
''Gli animali - dice Iosseliani - riflettono quello che siamo, il nostro malessere.
Sono vicino a noi anche se rinchiusi in una gabbia.
Ma piu' importante della gabbia e' la schiavitu': Putin e' uno schiavo malgrado tutte le sue ambizioni, i mafiosi sono schiavi, i servizi segreti sono schiavi, la polizia e' schiava, i giudici corrotti sono schiavi.
Tutta la gente e' schiava tranne un piccolo universo che abbiamo cercato di creare.
Anche Chirac e' uno schiavo''. (ANSA)
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