Volo: in 'Uno su due', anche mia esperienza. |
(ANSA) - ROMA, 14 ott - Fabio Volo, poco piu' di un anno fa
era finito in ospedale per un mese a causa dello stress da
superlavoro. Un'esperienza che l'ha aiutato ad interpretare
'Uno su due' il film di Eugenio Cappuccio con Anita Caprioli,
uno strepitoso Ninetto Davoli, e Agostina Belli, in programma
alla Festa Internazionale del Cinema di Roma nella sezione
'Premiere'. Nella pellicola, il presentatore-attore si cala
nei panni di Lorenzo, un avvocato trentenne e rampante che
dopo un improvviso ricovero in ospedale deve rivedere i suoi
valori. ''Mentre scrivevamo la sceneggiatura (Volo ne' e'
autore con Michele Pellegrini, Francesco Cenni, Massimo
Gaudioso e Eugenio Cappuccio), come il personaggio, siccome
seguo il metodo Stanivlaskij - ha ironizzato - anch'io sono
finito in ospedale. E' stata una situazione poco divertente
ma mi e' servita ad aggiungere alla storia dettagli di
verita' come i ritmi della vita in corsia, difficili da
inventare stando a casa''.. I primi a credere nella forza del
soggetto del film, di Pellegrini e Cenni, vincitori nel 2001,
del Premio Solinas, sono stati il produttore Beppe Caschetto
e l'attore: ''Questo e' un progetto nato diversamente
rispetto ai film che ho fatto con D'Alatri. La storia c'era
molto piaciuta e si cercava un regista che potere appoggiare
sulla vicenda lo sguardo con delicata attenzione. L'abbiamo
individuato in Eugenio | ha spiegato -.Devo dire che siamo
stati bravi perche' non poteva esserci una rappresentazione
migliore di quella che ne ha data lui, anche intervenendo
molto sulla sceneggiatura''. Nel film, anomalo Virgilio,
nella sua nuova condizione di malato per Lorenzo (e' stato
sottoposto a una biopsia per accertare che non abbia un
tumore), diventa il compagno di stanza d'ospedale, Giovanni
(interpretato da Ninetto Davoli, con una toccante umanita'),
un ex camionista romano, che pur avendo un cancro al
cervello, riesce a vivere le giornate con una serenita',
almeno apparente, molto maggiore della sua. Uscito
dall'ospedale, in attesa dei risultati degli esami, il
giovane avvocato si ritrova a mettere in discussione il
rapporto con Silvia (Anita Caprioli), la compagna che spera
si apra con lei emotivamente, e ad affrontare le sue
illusioni anche professionali, grazie all'aiuto del socio
Paolo (Giuseppe Battiston). A dare il via alla rinascita
emotiva di Lorenzo e' proprio Giovanni: la decisione di
rintracciare per lui la figlia Tresy (Tresy Taddei), che
lavora come cameriera nell'albergo della madre (Agostina
Belli), lo porta ad aprirsi verso quegli 'altri' che fino ad
allora aveva sempre ignorato. Per Cappuccio, al suo secondo
film da regista unico (l'esordio era avvenuto con 'Il
caricatore' diretto con Massimo Gaudioso, Fabio Nunziata),
dopo 'Volevo solo dormirle addosso', ''era necessario per
raccontare questa storia concentrarsi sulle emozioni e su
sentimenti molto forti''. Un lavoro nel quale si e' ispirato
anche a Truffaut: ''La sua influenza e' sempre grande quando
si parla di sentimenti ed emozioni''. A dare forza alla
pellicola e' l'alchimia che si forma fra Davoli e Volo, che
si sono scoperto molto simili: ''Oltre ad essere un attore
straordinario, sono affascinato dalla sua umanita',
vitalita', gioia di vivere | ha spiegato Volo -. Dico sempre
che lo considero la mia versione giovane.Le tante cose che ci
accomunano, fra cui l'estrazione sociale, hanno reso piu'
forte l'intesa nel film''. Davoli vede in Volo ''un ragazzo
grintoso, come sia dice in Francia 'gajardo'. E' una ttore di
una bravura eccezionale, e in lui mi sono da rivisto giovane.
E' aperto, grintoso, pieno di voglia di vivere. Siamo due
cosi' normali', naturali, semplici, con la voglia di fare
cose semplici''. Volo, allegro e scanzonato come sempre in
conferenza stampa ha anche parlato della Festa di Roma: ''So
che ci sono state delle polemiche ma ho sempre trovato strano
che Roma non avesse un festival del cinema. Non ci sono
concorrenze, il cinema va bene dappertutto, Milano, Napoli,
Palermo e Roma e' un posto naturale per un festival cosi''.
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