(ANSA) - ROMA, 14 ott - (di Francesco Gallo) Del potere e
della carriera alla fine uno se ne puo' anche fregare. Non
sei piu' ministro. La tua bella e aristocratica amante Odile,
compulsivamente ammalata di shopping, ti lascia il giorno
stesso delle tue dimissioni. I notiziari in tv mostrano
piazze in rivolta contro le tue riforme. E tu torni ai tuoi
amici. Alle tue bevute. Alla tua vita. L'incanto si e' rotto.
Si' perche' anche quando sembra tardi ci sono 'Giardini anche
in autunno' come ricorda il titolo del film di Otar
Iosseliani in corsa per la Francia a 'La festa di Roma'
(nelle sale dal 20 ottobre distribuito da Mikado). L'idea al
regista georgiano e' venuta quando ha assistito, per puro
caso, al passaggio di consegne in un ministero. Da qui la
storia di Vincent (Severin Blanchet) che, dopo aver visto il
suo ambito ufficio totalmente rinnovato dal suo ingombrante
successore Theodiere, si ritrova per strada a Parigi, senza
autista, senza neppure una casa; occupata, come e', da
polemici extracomunitari che non hanno alcuna voglia di
andarsene. Ma nonostante questo l'ex ministro e' ottimista.
Ritrova le sue vecchie amanti, gli amici del passato;
rispolvera anche i suoi vecchi pattini. Frequenta tutto un
caravanserraglio di quegli eroi negativi tanto amati da
Iosseliani e divide la sua vita tra ambulanti venditori di
pellicce, rabbini alcolizzati, vecchi e nuovi compagni di
sbronze e la vecchia apprensiva madre (interpretata da un
inedito Michel Piccoli). In questa giostra tanti animali in
scena, veri e solo dipinti, (simbolo delle ambizioni umane),
tanti oggetti che passano di mano in mano (per il regista la
proprieta| delle cose e| sconveniente) e, infine, una scena
iniziale, prima ancora dei titoli di testa, piena di umor
nero. Per la serie tutto finisce prima o poi ma si ha sempre
voglia di possedere, Iosseliani fa partire il film in un
negozio di pompe funebri. Li tutta una serie di anziani si
aggirano tra bare di legno. Ognuna studia se la misura e'
giusta. C'e| chi tratta sul prezzo e chi si contende una bara
come se fosse la piu' bella delle cose da comprare. (ANSA)