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Sean Connery: 007? Non lo guardo spesso.
Sean Connery arriva come un ciclone alla Festa Internazionale del Cinema di Roma e riceve l'applauso caldo ed entusiastico dei fan che hanno letteralmente preso d'assalto la sala Sinopoli dell'Auditorium.
E' arrivato un po' in ritardo da vero divo e giungendo in sala per la proiezione di un suo documentario inedito e ha rotto il ghiaccio scherzando: ''Mi voglio scusare con voi perche' non parlo italiano ma, come sapete, neanche con l'inglese vado forte!''.
Lunghissima ovazione del pubblico tutto in piedi per accogliere l'attore scozzese, vera e propria icona del cinema, premiato per la sua carriera con il Marc'Aurelio d'Oro.
Camicia a righe rossa e blu, giacca scura e pantalone grigio, masticando una gomma americana, Connery e' apparso tonico e in forma e non si e' sottratto alle domande del pubblico dopo la proiezione di un inedito firmato da lui in qualita' di regista dal titolo 'The Bowler and the Bunnet', letteralmente 'La bombetta e il berretto', un docu-film girato nell'aprile del 1967 per raccontare la crisi dei cantieri navali britannici e il nuovo corso di modernizzazione avviato da un protagonista di quegli anni, Jan Steward.
''Sono entusiasta - ha detto l'attore presentando il suo lavoro - di essere qui.
Per favore fate tutte le critiche che volete ma non mentre io sono qui''.
Poi le luci si sono spente e il pubblico ha potuto gustare un film dagli importanti risvolti politico e sociali.
Poco piu' di mezz'ora e Sean Connery e' tornato al centro del palco per rievocare insieme a Mario Sesti, tra i direttori della Festa, e ad Antonio Monda, giornalista, la sua fantastica carriera.
Punto di partenza il personaggio classico a cui ha dato il suo volto, 007.
E subito rivela: ''Non e' che questi film li guardo spesso.
A volte capita che mentre faccio zapping cercando lo sport, li incontro e penso: forse avrei potuto fare ancora meglio!''.
L'attore ha parlato dell'incontro con grandissimi registi, ha ricordato gli inizi della sua carriera, ha espresso la sua posizione critica verso alcuni aspetti del mondo del cinema, a Hollywood in particolare, sottolineando in particolare il divario tra chi veramente capisce il cinema e chi invece ha il dovere di realizzare o meno un film.
(ANSA)
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