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Armenia di Guediguian, fra identita' e sogno.
''Nel 2000 sono stato per la prima volta in Armenia, per una retrospettiva dei miei film, e ho scoperto , senza saperlo, che mi consideravano un ambasciatore per il Paese, era commovente.
Il pubblico armeno mi ha chiesto di girare un film la' e io l'ho realizzato.
Questo film e' nato su loro ordinazione'' Robert Guediguian spiega cosi' la nascita di 'Le Voyage en Armenie' la sua ultima pellicola, presentata nel concorso di Cinema '06 alla Festa Internazionale del Cinema di Roma.
Guediguian, 53 anni, nato a Marsiglia ma armeno d'origine, racconta la faticosa ricerca della propria identita' compiuta da Anna (Ariane Ascaride), cardiologa a Marsiglia, che decide di partire per l'Armenia in cerca del padre, tornato improvvisamente e senza avvertire nel suo Paese d'origine.
La donna si ritrova cosi' in un Paese 'giovane' (L'Armenia e' diventata indipendente dalla Russia nel 1991) stravolto dalla sfrenata corsa verso il capitalismo e una modernita' esasperata con insegne al neon, casino' e stazioni di servizio multicolori ad ogni chilometro, ma ancora saldamente ancorato alle proprie tradizioni e alla propria storia.
''La nuova Armenia e' costruita su mattoni vecchi, commenta la protagonista''.
A permettere ad Anna, di avvicinarsi a una parte di se' stessa fino ad allora negata (''Non ho senso d'appartenenza, non mi interessa'' afferma la donna all'inizio del viaggio), e di comprendere per la prima volta il genitore, sono gli incontri che fa lungo il cammino.
Con Sarkis (Simon Abkarian), un ambiguo faccendiere; Yervanth (Gérard Meylan, l'attore feticcio di Guediguian) ex eroe di guerra riciclatosi come 'controllore' dei traffici locali, Schake (Chorik Grigorian), ventenne in cerca solo dell'occasione giusta per lasciare il paese e Marouk (Romen Avinian), un anziano armeno che diventa il suo autista.
''Credo che le diaspore dei popoli siano da studiare da vicino per capire il problema dell'identita', quella sognata e quella reale | ha spiegato il regista |.
La protagonista accetta la sua doppia identita' attraverso gli altri: una ragazza, un anziano, l'uomo con cui avrebbe potuto avere una storia d'amore''.
Per il regista quella della proprie origini e' una questione da affrontare soprattutto ''in un mondo nel quale la globalizzazione le sta cancellando | ha spiegato -.
''Non si puo' lasciare un tema cosi' importante in mano agli estremismi, bisogna parlarne in modo non reazionario''.
Guediguian sceglie anche di ripercorrere la travagliata storia armena, attraverso luoghi, ricordi, emozioni dei suoi personaggi: dal genocidio operato dai turchi, al terribile terremoto del 1988, dall'occupazione sovietica, al conflitto con l'Azerbajan per il Nagorno karabakh.
E l'Armenia di oggi? ''Deve inventarsi qualcosa per raggiungere l'Occidente senza prenderne i difetti...
ma e' difficile''.
Per Gerard Maylan invece ''oggi l'Armenia e' vista dal capitalismo come un dolce da sgranocchiare.
E' un Paese giovane ha bisogno di trovare i giusti leader''.
Intanto Guediguian si prepara a tornare a girare a Marsiglia ''dopo due anni di assenza.
A marzo-aprile iniziero' le riprese di un film di genere, un poliziesco, anche se come negli altri miei film, gli ingredienti saranno tanti''.
(ANSA)
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