Un'attesa sotto il segno di due grandi maestri, Bertolucci e
Visconti. La Festa internazionale del cinema di Roma, che
aprira' ufficialmente domani, si e' fatta precedere da due
grandi mostre dedicata ai due grandi registi. E' il fascino
di un grande artigianato cinematografico quello che si
sprigiona dalla mostra dei costumi premi Oscar de ''L'ultimo
imperatore'', che e' approdata a Roma dalla Biennale di
Venezia. Nell'allestimento dell'Auditorium, c'e' stato
qualche cambiamento rispetto a quello nell'Arsenale di
Venezia, dove il soffitto era molto piu' alto, ma il
risultato ha compensato di tutti gli sforzi. ''Non e' un
luogo deputato alle mostre - ha ammesso Goffredo Bettini,
presidente del comitato della Festa - ma e' diventata una
meravigliosa galleria che fa bene agli occhi''. Sullo sfondo
nero risplendono i colori degli abiti frutto del lavoro di 9
mila sarti, quelli indossati dai protagonisti, dalle
migliaia di comparse, le veste luminose della corte
imperiale e le divise grigie del guardie rosse. ''Sono
vestiti in cui nulla e' lasciato al caso - ha detto la
curatrice Giulia Mafai - la farfalla, il pipistrello, tutto
ha un significato, colore, forma, disegno, ricami e il blu,
il rosso, il marrone hanno venti e piu' sfumature''.
Maurizio Scaparro, l'altro curatore fa notare quanto di
teatro c'e' nella mostra come nel film di Bertolucci.
Davanti a quei costumi, si rinsalda l'alleanza tra Roma e
Venezia e Goffredo Bettini e Davide Croff, presidente della
Biennale, cercano sinergie. Ma rimangono solo Giulia Mafia e
Laura Delli Colli quando il regista Bertolucci fa la sua
comparsa per congratularsi e auspicare che la mostra vada in
giro per il mondo ''perche' tutti possano vedere il nostro
lavoro''. Il secondo appuntamento della Festa e' con una
leggenda del cinema, il regista Luchino Visconti,
irrinunciabile punto di riferimento per generazioni di
autori e registi. C'e' una folla di cinefili di tutte le
eta', davanti alla Sala Risonanze dell'Auditorium che fino
al 2 novembre sara' dominata dall'estetica viscontiana.
Giuseppe Vacca, presidente del comitato nazionale per le
celebrazioni del centenario della nascita di Luchino
Visconti (1906) legge il messaggio del Presidente della
Repubblica il quale ricorda ''lo sguardo lucido e
consapevole'' dell'autore di ''Bellissima'', ''Rocco e i
suoi fratelli'', ''Senso'' e ''Il Gattopardo'', a cui,
ricorda Napolitano, lo legavano ''stima e amicizia''. La
miniera a cui ha attinto la curatrice, Caterina D'Amico, e'
l'archivio che venne donato da Uberta Visconti, sorella
minore del regista, alla Fondazione Istituto Gramsci.
Sceneggiature, copioni teatrali, fotografie di scena,
lettere e anche volumi e riviste provenienti dalla
biblioteca personale di Visconti coprono un arco che va dal
1934 al film ''L'innocente'', che e' uscito, postumo, nel
1976. Tra le persone che gremiscono la Sala ci sono i figli
di Uberta Visconti, Nicoletta Mannino e Carlo Avanzo, amici
e collaboratori del regista come Mario Garbuglia, Piero
Tosi, Mario Turci, Gianni Garko e Beppe Menegatti e c'e'
anche, in abito bianco, Carla Fracci che fece il suo ''passo
d'addio'' come allieva della Scala la sera prima de ''La
sonnambula'', a cui aveva lavorato Visconti. Dal quel giorno
avvio' una collaborazione sulle scene con il regista. (ANSA)
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