Ha raccontato dell'inferno della
Siria, di violenze, stupri e torture, anche su ragazzine di 13 -
14 anni e del bombardamento di un tempio di 2000 anni, il tempio
di Ain Dara: Marco, 23 anni, combattente italiano delle Ypg, le
milizie di protezione del popolo curdo in Siria, tornato dal
fronte siriano di Afrin, lo ha fatto guardando negli occhi gli
studenti del liceo scientifico "Cafiero" di Barletta, in una
iniziativa organizzata dal collettivo Exit, per raccontare chi
sono e cosa fanno i volontari internazionalisti in Siria. Quanto
al sospetto ricorso ad attacchi chimici nella Ghuta orientale,
roccaforte dei ribelli siriani -argomento di spicco in questi
giorni - Marco (il cui nome di battaglia è 'Gelhat') ha detto:
"gli attacchi chimici sono qualcosa di già diffuso, quando ero
ad Afrin, sia da parte dei ribelli delle Fsa, le forze armate
Libere, che dell'esercito regolare di Assad, che utilizzano le
armi chimiche ripetutamente e non sono, come cercano di far
credere, notizie campate in aria purtroppo".
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