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San Giuseppe, a Otranto tavole imbandite

San Giuseppe, a Otranto tavole imbandite

Preparate in case private che vengono aperte anche a turisti

OTRANTO (LECCE), 14 marzo 2018, 12:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tavole imbandite in case private e scuole per festeggiare, il 19 marzo, San Giuseppe. Un tempo rappresentavano la mensa per i poveri ma oggi sono simbolo di ospitalità verso tutti, turisti compresi che possono entrare nelle abitazioni dove ricevono dai padroni di casa una "puccia" (pane di grano): la tradizione, che sopravvive in alcuni paesi dell'entroterra salentino, si rinnova quest'anno anche a Otranto dove i preparativi sono già iniziati. Non si hanno molte notizie sull'origine di tali "banchetti". Si pensa che richiamino la mensa pasquale imbandita dagli Ebrei o che vogliano riscattare il Santo dall'inospitalità ricevuta quando, a Betlemme, cercava un riparo per lui e per Maria.
    Le tavole vengono preparate con cura in case private e offerte a San Giuseppe per ricevere la sua protezione, per chiedere una particolare grazia o per adempiere a un voto. Il loro allestimento è lungo e accurato ed è per questo che ha inizio molti giorni prima del 19 marzo. Un'altra usanza molto sentita è la preparazione della massa, una sfoglia di farina impastata con l'acqua e tagliata a strisce strette e lunghe, cotta poi con i ceci. Questa pietanza viene cucinata in grandissime quantità e riposta nei "limmi", recipienti in terracotta. La massa viene distribuita alla gente che si affolla nei vicoli di Otranto nei giorni della festa.
   

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