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Facies Passionis, racconto fede popolare

Facies Passionis, racconto fede popolare

A Taranto 10 opere della Passione giunte da Confraternite Puglia

TARANTO, 02 febbraio 2018, 11:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quella che si è inaugurata il 1 febbraio a Taranto alla presenza di un fiume di fedeli, 'Facies Passionis', ovvero i Volti della Passione, non è una mostra o una semplice esposizione di opere a contenuto sacro correlate alla Settimana Santa. O almeno non è questo il suo principale obiettivo. L'iniziativa promossa dall'Arciconfraternita del Carmine di Taranto, nata da un'intuizione del priore Antonello Papalia, è innanzitutto la riaffermazione della pietà popolare come pratica devozionale delle nostre comunità. E ha l'ambizione di raccontare, sia pure per alcuni giorni "quel grande evento di fede che è la Settimana Santa e di farlo attraverso le confraternite di Puglia, le loro statue, i loro vissuti, i loro protagonisti. Un viaggio in un pezzo di storia della nostra regione con l'obiettivo di evidenziarla nei suoi aspetti e momenti salienti". Questo il motivo per il quale la Pietà di Giulio Cozzoli ed il Cristo nell'orto del Getsemani di Giuseppe Manzo, rispettivamente dell'Arciconfraternita della Morte dal sacco nero e della chiesa di San Bernardino, in deposito permanente presso il Museo diocesano di Molfetta, sono stati trasferiti a Taranto, dove un fiume di gente ha preso parte all'inaugurazione. Le due opere "molfettesi", incipit e termine di una prospettiva suggestiva che pervade la chiesa confraternale del Carmine, saranno fruibili sino a domenica 4 febbraio. Accanto ad opere eccezionalmente arrivate da tutta la Puglia: dal Gesù flagellato di San Severo al Calvario della Vallisa di Bari. Dal Cristo morto di Bitonto all'Addolorata di Noci. Dieci opere per dieci momenti della passione di Cristo.
   

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