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In collaborazione con Università di Bari
A ottant'anni dalla morte di Antonio
Gramsci, l'Università di Bari ospita da oggi la tre giorni del
convegno internazionale dal titolo "Gramsci, la guerra e la
rivoluzione tra oriente e occidente", organizzato in
collaborazione con la Fondazione Gramsci di Puglia,
IGS-International Gramsci Society e con il Centro
interuniversitario di ricerca per gli studi gramsciani.
L'apertura dei lavori del convegno, che vedrà a Bari fino a
sabato relatori e studiosi provenienti anche da università
dell'Inghilterra, Messico, Russia, Romania e Ungheria, è stata
affidata per i saluti introduttivi al rettore Antonio Uricchio e
all'assessore Loredana Capone della Regione Puglia, che ha
promosso e finanziato l'evento. "Un'occasione importante di
riflessione e confronto ma anche di partecipazione - ha detto
Uricchio - che potrà smuovere i più giovani per l'attualità del
pensiero di Gramsci e per i suoi profondi legami con questa
terra, grazie anche ai suoi quaderni scritti da una cella del
carcere di Turi". Nelle parole dell'assessore Capone il
"messaggio lasciato da Gramsci, uno dei più grandi pensatori e
filosofi del nostro tempo: quello della cultura come
rivoluzione". Le tre giornate del convegno sono strutturate in
sessioni suddivise per temi che intersecano altre due date
storiche che ricorrono proprio in queste settimane: i cento anni
dalla Rivoluzione d'ottobre e dalla Prima guerra mondiale.
"Gramsci è uno dei maggiori pensatori dell'antifascismo, non
solo della dimensione comunista, - ha detto il professor Luigi
Masella, direttore della Fondazione Gramsci Puglia - per aver
avviato, già negli anni '20 e '30, un processo di revisione del
marxismo, tale per cui questo pensiero assume una sua attualità
non solo in rapporto al Novecento ma ai processi di
modernizzazione e alle modalità con cui pezzi emarginati del
mondo possono accedere alla partecipazione e al governo del
proprio Paese. È tra i primi - ha spiegato il docente - ad aver
colto la crisi di questo pezzo di storia, sottolineando la
necessità di rapporti di interdipendenza tra gli Stati come
condizione per evitare la guerra. Credo che questa dimensione
abbia una valenza di attualità e una possibilità di
coinvolgimento delle giovani generazioni di notevole peso". Il
convegno si inserisce in un programma di appuntamenti dedicati a
Gramsci, inaugurato ieri con la mostra su "I quaderni e i libri
del carcere" allestita nel museo civico fino al 12
dicembre.
In collaborazione con Università di Bari
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