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Violenza di genere: presentato a Bari il 'Protocollo EVA'

Violenza di genere: presentato a Bari il 'Protocollo EVA'

Archivio storico a supporto delle forze di polizia

BARI, 18 aprile 2018, 19:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un archivio storico degli episodi di violenza di genere, che tiene conto degli episodi anche in mancanza di formale denuncia da parte delle vittime, utilizzato dalla Polizia di Stato nei casi violenza in famiglia, maltrattamenti, liti ed abusi. E' il "Protocollo EVA" (acronimo di "Esame Violenze Agite"), così presentato oggi a Bari nel Consiglio regionale della Puglia in un convegno sulla gestione degli interventi legati alla violenza di genere in caso di primo intervento della forze di polizia. Ad illustrare i dettagli sono intervenuti, tra gli altri, il presidente dell'Assemblea legislativa pugliese, Mario Loizzo, il primo dirigente della Direzione Centrale Anticrimine, Raffaella Amati, il vicequestore aggiunto Maurizio Galeazzi, e la presidente della Consulta regionale femminile, Vera Guelfi. "Eva" prescinde dalla querela di parte consentendo - è stato spiegato - di formare una banca dati attraverso la quale attivare eventuali misure d'ufficio, preventive e penali nei confronti dei responsabili.
    "Interveniamo per interrompere sin dal primo momento - ha spiegato Amati - la spirale di violenza e lo facciamo sulla base della formazione ricevuta con il protocollo nato nel 2014 in via sperimentale a Milano". "Ci permette di raccogliere degli indizi, anche se la vittima non presenta formale denuncia, mettendoci nelle condizioni - ha aggiunto Galeazzi - di avere un archivio storico utile nel momento in cui interveniamo.
    Soprattutto sulla violenza domestica, dove abbiamo diversi casi e la percentuale di mancate denuncie è particolarmente alta, tra il 70 e l'80%, il protocollo si è rivelato davvero utile. E' così successo anche qui a Bari che raccogliendo una serie di indizi siamo riusciti ad avere un provvedimento, ad iniziativa della polizia, nei confronti di un persecutore ottenendone l'allontanamento". "Questo protocollo è qualcosa di straordinario che ha messo insieme la prevenzione e la repressione consentendo di superare - ha aggiunto Loizzo - omertà, pigrizie e solitudini di chi vive contesti di violenza.
    Nostro compito è rendere 'Eva' una consapevolezza diffusa".
   
   

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