ArcelorMittal ha inviato il 25
novembre alla società Cimolai una lettera di recesso del
contratto per i lavori di copertura dei Parchi primari (Parco
Minerali e Parco Fossili), tra gli interventi non ancora
completati previsti dall'Aia, iniziati l'1 febbraio 2018. Lo si
apprende da fonti aziendali. ArcelorMittal elenca una serie di
contestazioni, tra cui "la condotta e l'atteggiamento di Cimolai
durante l'esecuzione dei lavori, soprattutto negli ultimi mesi,
che hanno compromesso la fiducia di AMI nei suoi confronti" e
sono reputati "incompatibili con la prosecuzione dei rapporti
contrattuali inter partes".
Inoltre, secondo ArcelorMittal, Cimolai "a partire da luglio
2019 ha formulato pretese economiche del tutto infondate (con
riguardo, tra l'altro, a presunte accelerazioni e variazioni in
aumento nell'esecuzione dei lavori), nonché illegittimamente
rifiutato di riconoscere le decurtazioni sul prezzo dei
Contratti a cui AMI ha diritto". Il 18 settembre scorso, la
Cimolai "ha comunicato ad AMI - si aggiunge - che tali pretese
economiche erano raddoppiate, senza fornire alcuna spiegazione o
documento di supporto". Ed ancora, il 20 ottobre scorso, Cimolai
"tramite il suo Direttore Tecnico (Ing. Marco Sciarra), ha reso
- sostiene ArcelorMittal - false, offensive e irresponsabili
dichiarazioni riguardanti i rapporti con AMI, durante
l'audizione informale tenutasi avanti la X Commissione per le
Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei
Deputati".
La stessa Cimolai ha inviato al gruppo franco indiano due
lettere il 27 novembre e il 2 dicembre in cui muove una serie di
rilievi evidenziando "l'estrema delicatezza della situazione
anche sotto il profilo ambientale della intera popolazione della
città di Taranto, oltre che per la tutela dei numerosi
lavoratori addetti ed impiegati nello stabilimento siderurgico"
non essendo "ad oggi le lavorazioni della scrivente ancora
ultimate".
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