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Corteo antimafia Foggia: figlio vittima, oggi non più soli

Corteo antimafia Foggia: figlio vittima, oggi non più soli

"Quando uccisero mio padre sembravamo appestati,Stato non c'era"

FOGGIA, 10 gennaio 2020, 18:16

Redazione ANSA

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"Quando è stato ucciso mio padre siamo rimasti soli. Sembravamo degli appestati, lo Stato non c'era e vedere invece oggi questa partecipazione mi emoziona".
    Lo ha detto dal palco di Libera, Francesco Ciuffreda, figlio di Nicola imprenditore edile ucciso dalla mafia nel 1990 che con altri parenti di vittime di mafia è intervenuto a conclusione del corteo di Foggia. "Non abbiate paura e non mollate mai", ha aggiunto ringraziando Libera e "don Luigi Ciotti che - ha detto - ci hanno dato la forza di uscire dal nostro isolamento".
    "Dopo l'omicidio di mio suocero nel 1992, sembravamo noi i mafiosi a Foggia. Ci eravamo chiusi in casa perché eravamo soli", ha raccontato sempre dal palco Giovanna, nuora di Giovanni Panunzio imprenditore edile ammazzato nel 1992 perché aveva denunciato il malaffare in città.
    Al corteo ha partecipato anche Cristian Vigilante, manager sanitario a cui venerdì scosso hanno fatto esplodere una bomba sotto l'autovettura. "Sono in piazza come tutti i cittadini per manifestare contro ogni tipo di mafia - ha detto - Mi sento un cittadino come tutti e come tutti dico no alla mafia". "La mia vita è cambiata - ha aggiunto - nel senso che c'è una maggiore attenzione e timore, ma si cerca di riprendere la vita di tutti i giorni in maniera normale anche con il supporto delle Istituzioni che mi sono molto vicine". "Non posso dire di non aver paura - ha concluso - però cerco di dare serenità a mia moglie e ai miei figli. Con loro cerco di distrarli, di farli giocare e ridere".
   

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